Giuliano Zosi, Musica/Poesia
Giuliano Zosi, Musica/Poesia, mitologia di un'esperienzaSedizioni, Merzozzo 2014
Già il titolo e il sottotitolo sono indicativi: musica e poesia non sono separate ma unite, si danno la mano in una sinergia espressiva, esaltandosi l'un l'altra: "per il poeta, il musicista è la rivelazione dei segreti della propria anima. Il rapporto musica /poesia è la somma di più fattori, la cui qualità di ogni singola arte contribuisce alla riuscita, allo sforzo di creare una nuova opera" (quarta di copertina). Il sotto titolo mette in evidenza come le riflessioni contenute in questo originale libro derivino non da un pensiero astratto ma dall'esperienza, di cui Zosi racconta nel capitolo intitolato La poesia sonora in Italia: "nel 1980, durante un mio concerto a piazza della Palla a Firenze, esordisco con un mio primo lavoro di poesia sonora, Phonos 1, una composizione per voce sola che non ambiva assolutamente essere vissuta né come poesia né come musica, ma voleva riflettere qualcosa che si trovasse fra le due arti" (pag. 266), quel quid che può essere meno rispetto alle qualità tecnico-espressive delle singole arti, intese nella loro autonomia, ma che diventa più una volta che le arti s'intrecciano, si abbracciano e vanno a creare un organismo vivente nuovo.
Prima di arrivare alla poesia sonora, Zosi era stato tra i fondatori del Gruppo Rinnovamento Musicale (1970) e Suono Giallo (1979), successivamente vennero formati i gruppi Il Raccolto (1984), Dee zee bee (1991), Baobad (1999) e Milano Cosa (2000), Zosi ne parla nelle pp. 281 e seg.
Il volume è originale perché di poesia sonora se ne parla troppo poco e perché una riflessione così dettagliata del rapporto fra suono musicale e suono poetico non era stata ancora svolta, infatti, Zosi compie un interessante excursus sulla musica/poesia di tutto il Novecento, arrivando fino ai giorni nostri. Il primo capitolo porta un titolo che è programmatico del discorso che si snoda durante le pagine del libro, Poesia come ispirazione: "per prima cosa il musicista deve amare il testo del poeta. L'opera musicale acquisisce maggior potere se viene colta quella parte di mistero ancora insito nella comunicazione poetica e non acora svelata" (pag. 27). Dal secondo capitolo, Dallo Sprechtgesang alla recitazione, Zosi inizia a prendere in considerazione i vari approcci, le diverse tendenze, i differenti modi che i compositori del Novecento hanno avuto nell'affrontare il fondamentale rapporto fra testo e musica. I titoli dei capitoli forniscono un'idea sugli argomenti affrontati: Il Lied, La seconda scuola di Vienna, La lirica da camera in Europa e in America, Da Britten all'Avanguardia, La poeisa sonora in Italia, L'ultima generazione, quest'ultimo capitolo riporta varie dichiarazioni di compositori viventi derivanti dal nostro libro Linguaggi della musica e delle arti, l'e(ste)tica della bellezza e anche da altre interviste realizzate dallo stesso Zosi. Il fatto che vi siano dei rimandi fra il lavoro di Zosi e il nostro non può che farci piacere, in un'evidente affinità di pensiero.
Ogni musicista sensibile agli aspetti comunicativi si è avvicinato e si avvicina alla poesia perché quei versi gli stanno a cuore, sono uno dei veicoli privilegiati di ciò che vuole esprimere sia a livello personale ed emotivo sia a livello filosofico e di pensiero estetico sia in quello sociale e politico. Il compositore si riconosce nei versi scelti e li assume responsabilmente, versi che una volta musicati diverranno altro pur mantenendo il proprio carattere e la propria forma, così anche per la musica che, una volta abbracciata al testo, diviene altro pur mantendo il proprio essere sonoro, la propria progettualità, sono autonomie che si esaltano nel reciproco riconoscere ciò che manca all'una dell'altra.
Lavoro molto informato, scritto con viva partecipazione e molto utile per le riflessioni sia dal punto di vista del musicista che del poeta, del resto Zosi è oggi un'autorità nel campo della poesia sonora, della ricerca interdisciplinare fra musica e le arti e musica e scienza, ricercando una personale armonia fra avanguardia e universalismo, aprendosi e un meditato lirismo.
