Lodi Luka, "Visions", doppio cd di musica da camera
Due cd di musica di un compositore ‘contemporaneo’ potrebbero spaventare i più tradizionalisti, ma la musica di oggi non è più quella sperimentale di decenni or sono. Infatti, il termine ‘musica contemporanea’ va sostituito con quello più aggiornato e aperto di musica presente. Non è una questione di terminologia ma di contenuti. ‘Musica contemporanea’ è una definizione che va contestualizzata, venne usata nel secondo dopoguerra del secolo scorso e alla musica di quel periodo si riferisce, per cui continuarla oggi crea confusione. I due cd di Lodi Luka propongono una musica ascoltabilissima, ricca di influenze diversificate, miscelate con gusto, momenti cantabili e forme classicheggianti. Si tratta di brani che vanno dal 2006 al 2020 e riflettono diversi interssi e influenze stilistiche che hanno caratterizzato il percorso artisto di Lodi Luka fino a due anni or sono. Un resoconto e al tempo stesso un punto di partenza per nuove esperienze musicali.Quella di Lodi Luka è una musica inclusiva, che accoglie la musica della grande tradizione occidentale, la musica etnica particolarmente quella albanese, il jazz, la musica americana del post-minimalismo e qualche spunto pop o al contrario d’avanguardia. Un eclettismo ben gestito, anche se a volte manca un graffio, un’abrasione, un taglio che spezzi la linea vettoriale del tempo che ingloba le varie influenze e faccia solbazzare.
Un brano come la Sonata in un movimento, per violoncello e pianoforte (2006) dimostra l’attenzione del giovane compositore verso le forme classiche ma anche il richiamo che ha per lui la musica russa. Si tratta di un esempio di come una forma tradizionale possa esprimere un’atmosfera differente da quella alla quale ci ha abituato la musica occidentale. Un esempio positivo di sincretismo. Del resto Lodi Luka ha studiato con Elisabetta Brusa e poi si è diplomato al Conservatorio di Cosenza con Vincenzo Palermo, autori che stanno lavorando sulla trasfigurazione delle forme classiche. E a proposito di sincretismo, autori che vengono seguiti sono gli americani, come Missy Mazzoli e Nico Muhly.
La metrica è un parametro interessante, ci dice il Maestro: “la metrica additiva unisce minimalismo e musica balcanica in una continua variazione di gruppi di 2 e 3 note all’interno di ritmi come 7/8 o 5/8. Questo si può vedere in composizioni come Ornamenti per clarinetto e pianoforte. La variazione ritmica è uno delle tecniche che più mi incuriosisce. Parto spesso da ritmi semplici e chiari per poi variare fino a far perdere all’ascoltatore il senso dell’orientamento per poi ritornare di nuovo alla semplicità. Seguo un simile approccio anche con l’armonia, partendo spesso da armonie molto semplici per passare a poli-armonie e libera atonalità”.
L’influenza del minimalismo si sente in brani come Different Levels, per arpa e pianoforte o Changing, per due pianoforti, nell’uso di textures estese, formate da sovrapposizioni di fasce sonore. Mentre l’influenza del jazz si può sentire in Take Four, per due sassofoni e pianoforte a quattro mani (in sovra-registrazione) e anche in Night Traveler, per flauto e chitarra e in Changing, per sassofono e pianoforte. Brani come Twin Harps, Changing, Ascoltando la sera hanno invece atmosfere più leggere influenzate dall’uso di elementi di musica pop.
Nei brani più recenti si sente una maggiore ricerca di essenzialità, forse anche un approccio al suono più intimistico. Il suono deve essere sentito, la scrittura è importante ma lo è di più il rapporto fisico col suono, per questo Lodi Luka non può tralasciare le sue attività di pianista e di direttore d’orchestra, esperienze che aggiungono energie alla scrittura. Per questo il suo rapporto con gli interpreti è fondamentale, basato su una continua relazione.
“Le composizioni sono frutto di un rapporto personale di amicizia e collaborazione con gli interpreti – ci dichiara Lodi Luka - I consigli degli interpreti sono stati fondamentali per la riuscita di molti brani. Non senza difficoltà ho cercato di continuare l’attività di pianista e direttore poiché credo in una figura pratica del compositore che è anche interprete della propria musica, oltre a quella degli altri. Non riuscirei a vivere la musica solo da un punto di vista compositivo poiché sento forte la necessità di avere un rapporto fisico con il suono. La raccolta è un insieme di registrazioni molto variegate. Alcune sono effettuate live o a ridosso dei concerti, altre invece in studio”.
Lodi Luka sta preparando un progetto discografico con le registrazioni live effettuate l’anno scorso del Concerto per pianoforte e archi, del doppio Concerto per oboe, clarinetto, clarinetto basso e archi e delle composizioni Remembrance per clarinetto e archi e Shirah per viola e quartetto d’archi. Sono brani composti tra il 2016 e 2019. Dal punto di vista formale sono composizioni più elaborate e di ampie dimensioni. Gli chiediamo di darci un’anticipazione del nuovo progetto.
“Il Concerto per pianoforte è formato da tre movimenti molto diversi tra loro: a un primo movimento molto giocoso e spensierato segue un secondo movimento sospeso e giocato tutto sul timbro, con linee spezzate del pianoforte sopra armonici tenuti degli archi. Il terzo movimento invece è molto violento e percussivo con forti influenze della musica balcanica. Shirah ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Composizione nella tradizione ebraica organizzato nel 2017 dall’Unione delle comunità ebraiche Italiane ed è dunque ispirata alla musica ebraica. Si tratta di un brano comunque molto elaborato e con forti contrasti all’interno. Remembrance si ispira alla musica della mia città natale, Shkoder, e rappresenta per me un viaggio nelle sue atmosfere, suoni e ritmi. Il Doppio concerto si ispira al concerto grosso con un contrasto tra l’orchestra e i due solisti che spesso sono pensati come un unico blocco. Ai primi due movimenti più classici segue un terzo movimento caratterizzato da una continua elaborazione ritmica e dall’uso del clarinetto basso. Dal punto di vista stilistico non ci sono dunque grossi cambiamenti ma piuttosto un approfondimento su strade già percorse”.
In attesa della nuova registrazione, godiamoci questi due musicalissimi cd, che esprimono un suono fresco e lieve, anche grazie alla bravura degli interpreti che val la pena di citare tutti: Antonio Arcuri – Alessandro Mauriello – Two For New Duo – Giovanni De Luca – Francesco Silvestri – Duo New Visions – Antonio Serratore – Lodi Luka – Giuseppe Di Liddo – Davide Trivella – Orchestra Italiana di Arpe – Sabrina Palazzolo – Simona Palazzolo – Giuseppe Marco Daniele – Lorenzo Stasi – Quartetto Italiano di Arpe – Arbarosa Di Lieto – Emanuela De Zarlo – Rosaria Belmonte – Francesco Puterio – Licina Trio – Giulia Lorenti – Antonio Silvestro Salvati – Francesco Tropea – Dinamicamente Duo – Giampaolo Macrì – Ilaria Ganeri – Ivan Nardelli. Tutti citati nel box ma senza specificare i curricula e soprattutto nel box mancano le date relative alle composizioni, si poteva semplicemente scriverle, come si fa spesso, accanto al titolo. Le date sono importanti perché rendono conto del percorso. In ogni caso il cd è ben registrato e non si notano sbalzi nelle registrazioni che sono state effettuate in luoghi e tempi diversi.
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