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Roberto Fabbriciani, intervista
Diabolico Pan



E' probabile che il suono di taglio sia stata la prima sorgente sonora conosciuta dagli uomini primitivi. Malgrado questa età vetusta, il flauto, per il suo legame con la danza e con le sonorità silvestri, ha sempre indotto i moralisti a considerarlo con sospetto. Ne La Repubblica, Platone si domandava: "i fabbricanti e i suonatori di flauto li ammetterai in città?", infatti, utili alla città venivano considerati i più rassicuranti suoni della lira e della cetra, mentre il flauto (insieme all'aulòs) veniva relegato in campagna, amato dal popolo, venne più volte messo al bando come corruttore di costumi (da Alcibiade e da Aristotele) e anche il cristianesimo lo escluse dalla pratica musicale, in quanto vide nel flauto uno strumento legato al pathos e non all'ethos.

Come Sakados, vincitore degli antichi giochi pitici del 586 a. C., Roberto Fabbriciani dimostra di possedere una sovrannaturale capacità di padroneggiare il suo strumento, quasi che, novello Faust, avesse venduta l'anima al diavolo per ottenere in cambio di doti miracolose di strumentista. Non a caso, sulla prima pagine di "Le Monde", il grande critico Consé ha scritto: Il prodigioso flautista Roberto Fabbriciani è un virtuoso diabolico!"

Presentare Fabbriciani mi sembra del tutto inutile, visto che la sua attività si svolge nelle principali Istituzioni musicali e negli Enti radiofonici di tutto il mondo. Incontro Fabbriciani a un concerto del G.A.M.O. di Firenze e l'intervista inizia con il Maestro che mette a fuoco alcuni aspetti della sua formazione musicale: "ho avuto la fortuna di conoscere Gazzelloni che mi ha aperto una visuale nuova nei confronti dell'esecuzione. La Gazzelloni Music per me è stata una proposta, una provocazione che mi ha permesso di intuire un mondo sonoro fatto di nuove idee. Tra le composizioni del periodo di Darmstadt considero fondamentali: Honeyreves e Musica su due dimensioni di Maderna, la Sonatina di Boulez, la Sequenza di Berio, Couple di Bussotti e altri brani di Togni, Nono, Clementi, Fukushima."

Negli anni Ottanta le tecniche di molti strumenti si sono trasformando sostanzialmente, domando a Fabbriciani qual'è la situazione: "alcune possibilità tecniche sono state messe a punto già negli anni Settanta, come gli armonici artificiali con o senza suono, vari tipi di pizzicato di lingua o di labbra, numerose varianti timbriche con gioco d'impostazione della bocca o l'uso del soffio."

Molte partiture sono state dedicate a Fabbriciani, il quale ha così stimolato una nuova ricerca compositiva sulle possibilità tecnico-strumentali del flauto: fra i tanti autori che si sono rivolti all'abilità di Fabbriciani ci sono Cage, Stockhausen, Petrassi, Nono, Donatoni, Castiglioni, Clementi, Togni, Bussotti, Sciarrino, Krenek, Fernayhough, Rihm...

Con Nono, allo Studio Sperimentale "Strobel" di Friburgo, Fabbriciani ha compiuto una ricerca basata su grandi possibilità tecnologiche. "Il lavoro con Nono è un fatto rivoluzionario" - dice Fabbriciani - "riguarda il rapporto suono/spazio e l'evoluzione della dinamica, che dal fortissimo arriva a un pianissimo con 15 p! Unitamente al rapporto dinamica/timbro, a Friburgo si studiano tutte quelle minime particelle che compongono il suono prima che questo si affermi nella sua pienezza, sviscerando ogni elemento segreto, interno al suono stesso. Ho fatto molte esperienze come strumentista, vedendo il mondo dell'interpretazione in senso totale, ma ciò che mi ha maturato di più sono state le collaborazioni con Nono, Bussotti, Sciarrino e Ferneyhough, solo dopo queste esperienze ho capito appieno l'importanza dello sviluppo tecnico del mio strumento."

Parlando del repertorio del passato chiedo a Fabbriciani come affronta la musica barocca, classica e romantica: "ogni musica che eseguo" - precisa Fabbriciani - "ho bisogno di viverla, di sentirla come fatto culturale, cerco cioé di entrare dentro al carattere storico".

Domando a Fabbriciani se il flauto risente dell'evoluzione tecnica degli altri strumenti ovvero se è possibile trasportare sul flauto alcune novità apparse su altri strumenti oppure se la natura specifica del flauto non consente questa contaminatio. "Il flauto è uno strumento a sé" - dice Fabbriciani - "non ha ancia, non ha bocchino e la sua imboccatura naturale gli permette una varietà e una ricchezza assoluta, fganciata da rapporto con gli altri strumenti."

Con Roberto mi sono incontrato tante volte in occasioni di seminari e corsi di perfezionamento, nei quali Roberto è seguito da allievi affezionati e da una miriade di ragazzi che vogliono dedicarsi alla musica contemporanea e che sognano di imitarlo. Rivolgo a Fabbriciani questa domanda: "cosa insegni a un giovane flautista che, per la prima volta, si presenta a un tuo corso di specializzazione?" Fabriciani risponde che "nel poco tempo a disposizione non si possono insegnare tecniche nuove, ma è preferibile consolidare quelle classiche, senza le quali difficilmente si ottengono le basi necessarie per passaggi nuovi e complessi tipici della produzione contemporanea. Si possono dare degli stimoli, interessi e volontà di studiare stili specifici. Infine, mi piace occuparmi di revisioni sulla didattica e dell'ampliamento del repertorio flautistico con trascrizioni."

Qual'è il metodo di studio di Fabbriciani? "Prima di tutto svolgo un'analisi musicale, strutturale, scompongo il brano, lo seziono nei suoi singoli aspetti, per una più facile memorizzazione. Inoltre, noi strumentisti, quando eseguiamo musica contemporanea, abbiamo la fortuna di poter parlare con i compositori e questo è fondamentale per la chiarificazione di molti elementi."

Fabbriciani suona spesso in duo col pianoforte: "eseguo molti autori da Bach a Boulez, da Beethoven a Busoni, da Chopin a Casella e ancora Muzio Clementi, Donizetti, Fauré, Ives, Henze, Maderna, Messiaen e altri, ci sono anche composizioni per flauto e pianoforte scritte per me come Accademie di Bussotti, Fili di Donatoni, Romanzetta di Petrassi, D'un faune di Sciarrino etc." Con quali pianisti ha collaborato Fabbriciani? "James Avery, Carlo Bruno, Sylvano Bussotti, Bruno Canino, Giancarlo Cardini, Massimiliano Damerini, Bernard Wambech, Roberto Szidon, Camillo Togni, Michele Campanella e altri ancora."



http://www.robertofabbriciani.it/






Renzo Cresti - sito ufficiale