home
L'estetica del sublime
L'estetica del Sublime

Approfondimento di Chiara Calabrese per i moduli 15, 16, 17 e 18 dell'ipertesto di Storia della musica, La Vita della Musica

Collegati  all'estetica dello Stile galante, al neo-Classicismo e all'Illuminismo - La sensibilità pre-romantica - Lo Sturm und drang e la cosidetta poesia ossianica - L'estetica romantica - Il concetto di genio - Passionalità tormentata - Aspirazione all'infinito e alla vaghezza - Il sentimento della natura e la visione tragica della vita

Per la musica del periodo trattato ascolta brani su You tube
http://it.wikipedia.org/wiki/Sublime



Un'epoca di ansietà e cambiamenti: nel periodo che va approssimativamente dalla metà del Settecento al 1790, con le rivoluzioni industriale e agraria in atto, la società inglese va inevitabilmente incontro a  profondi mutamenti. Parallelamente comincia a serpeggiare un certa insofferenza verso determinate istituzioni sentite come troppo costrittive, verso la rigidezza degli schemi nell'organizzazione sociale. All'entusiasmo per il rapido evolversi della società industriale, grazie anche all'applicazione delle molte scoperte scientifiche, si accompagna un profondo disagio dovuto alla consapevolezza del mutare del paesaggio, con l'incontrollato espandersi delle metropoli, del divario sempre più grosso tra ricchi e poveri, del sorgere di una nuova classe, potente e numerosa, che fa presagire la sconvolgente esplosione della Rivoluzione francese. La ragione, come solo strumento di conoscenza e progresso, sembra impotente di fronte alla miseria, all'ingiustizia, alla bruttura prodotte dalla società industriale. L'uomo si ritrova schiavo di forze delle quali sembra aver perso il controllo. Non stupisce dunque che sgomento e senso della vulnerabilità umana, inquietudine e paura, siano alla base del gusto per la malinconia, la solitudine, l'oscurità rintracciabili tanto nella letteratura quanto nell'architettura e nella pittura. Con il Sublime si passa dalla prigione mentale della ragione, che aveva represso emozione e sentimento, a una nuova teoria estetica che vede come opera fondamentale il trattato di Edmund Burke Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful (prima edizione 1756).

Uomo e natura: nel Sublime teorizzato da Burke l'uomo non si pone più nei confronti della natura in termini di controllo o tutela, bensì la contempla in quanto eterna potenza e minaccia. L'animo umano si confronta con l'incommensurabile grandezza della natura e dunque con il sentimento della propria umana fragilità. E' un sentimento estetico e morale che produce un piacere carico di disorientamento e paura. Nel Romanticismo inglese troveremo figure come Blake, l'"eroe" del Sublime, che concepiranno la forza vitale del mondo come lotta tra Bene e Male; troveremo inoltre una sensibilità del Sublime negativo (individuabile nel romanzo Gotico) dove dominerà un senso di ostilità della natura, e una sensibilità del Sublime positivo (quella di Wordsworth e Coleridge) che crederà nella bontà intrinseca della natura.

Sublime e terrore: nella sua classificazione di idee sublimi Burke include l'oscurità (dove buio e incertezza siano causa di angoscia e terrore), il potere (quando una forza superiore provoca terrore), le privazioni (ovvero l'oscurità, il vuoto, e il silenzio che sono grandi in quanto terribili), nonché la vastità, l'infinità, la difficoltà e la magnificenza. Alla base della sua teoria del Sublime c'è l'emozione del terrore che riempie la mente di idee grandiose e l'anima di godimento.

Il Sublime e il Pittoresco: Burke non aveva ritenuto degne di considerazione estetica le emozioni suscitate dal semplice interesse, ma chi aveva dedicato tutta la vita a provare interesse di fronte alle cose non condivideva questa posizione. Il Pittoresco rappresenta un atteggiamento estetico e psicologico che, sebbene attraverso notevoli mutamenti, arriverà praticamente fino alla fine dell'Ottocento, dunque il Pittoresco e il Sublime non rappresentano fasi successive di  trapasso o di rovesciamento del gusto. Con Pittoresco si indicò ciò che era degno di un quadro, a metà strada tra il Bello e il Sublime. William Gilpin nei Three Essays: on Picturesque Beauty; on Picturesque Travel and on Sketching Landscape del 1792 cercò di dimostrare che è il principio di irregolarità a creare varietà in un paesaggio donandogli un interesse pittoresco. Vi furono numerosi tentativi di definire il Pittoresco ma tutti quei mutamenti prodotti da  irregolarità e varietà furono unanimemente accettati come punti di riferimento costanti. Dunque l'architettura gotica, gli specchi d'acqua increspati, brughiere desolate, alberi nodosi e rocce coperte di muschio, zingari, mendicanti, contadini, i nobili (purché in età avanzata e in esilio), cervi, asini e capretti (contro cavalli e pecore della tradizione pastorale), le rovine architettoniche (come rottura della simmetria formale) rientravano tra gli elementi riconducibili alla categoria del Pittoresco.

Orrido e Sublime nella letteratura di viaggio: in polemica con la tradizione della letteratura di viaggio, per il suo A Sentimental Journey through France and Italy (1768) Laurence Sterne inventa un nuovo tipo di viaggiatore, il "viaggiatore sentimentale", le cui osservazioni sono di natura totalmente diversa rispetto a quelle dei suoi predecessori. Sterne, facendo la parodia della tradizione letteraria del Grand Tour, fonda un nuovo genere nel quale il fugace e l'inconsueto prendono il posto delle rubriche classiche. Al viaggiatore del primo Settecento, che fornisce una descrizione sobria degli eventi di viaggio, soffermandosi sull'osservazione di usi e costumi, antichità e meraviglie naturali ma tacendo sul proprio ruolo di testimone, si vanno così pian piano a sovrapporre il "viaggiatore ipocondriaco" e quello "sentimentale" con la loro instabilità e partecipazione emotiva. Prima di allora, nella letteratura di viaggio, si tendeva ad ignorare quel genere di descrizioni, come la terrificante e pericolosa avventura dell'attraversamento delle Alpi, che assumeranno eccezionale rilievo nell’epoca successiva, e non a caso la percezione dell'orrido e del Sublime compare fugacemente solo con Horace Walpole (illustre esponente della tradizione del Romanzo Gotico) nella vivace descrizione del suo passaggio attraverso il passo del Moncenisio in compagnia di Thomas Gray (della Scuola Poetica Cimiteriale) avvenuta nel 1739. Walpole racconta di come furono trasportati su seggiole montate su un paio di stanghe da "rustici alpigiani" tra "pendii gelati e scoscesi dove un uomo comune non s'azzarderebbe a muovere un passo", e ricordando quei luoghi Gray commenta: "ogni precipizio, ogni torrente, ogni roccia, è impregnato di religiosità e di poesia". In opposizione al gusto del generico del viaggiatore illuminista, che privilegia gli aspetti piacevoli e ricorrenti tralasciando quelli sgradevoli e particolari, sempre alla ricerca dell'uniformità nella varietà, il romantico sarà attratto proprio dalle differenze ambientali, storiche, artistiche e culturali dei paesi visitati. Con la nuova sensibilità romantica, il paesaggio entrerà in sintonia con gli umori dell’osservatore che, oltre che pittore o scrittore, può essere anche semplice viandante. Questo genere di scrittura innovativa estenderà la propria influenza nell’ambito della stessa tradizione romanzesca.

Il Romanzo Gotico: Walpole e Gray, con le loro descrizioni di scene naturali,  avevano così anticipato il sentimento del Sublime; e i paesaggi descritti in Ossian, del 1760, sono pittoresco-sublimi. Il Romanzo Gotico, dove Sublime e Pittoresco sono spesso indistinguibili e dove prevale il sentimento di timore nei confronti del potere arcano della natura, ne subirà l'influenza. In esso, infatti, le vicende di fanciulle indifese e perseguitate hanno come sentimento dominante il terrore e si svolgono sullo sfondo di panorami selvaggi, atmosfere cupe e sepolcrali, castelli labirintici, scenari pittoreschi e sublimi. Le fanciulle provano le medesime sensazioni descritte dai viaggiatori inglesi di fronte allo scenario delle Alpi durante il Grand Tour, elaborando analoghe riflessioni di fronte a paesaggi insoliti. Secondo Burke la paura toglie alla mente la capacità di "agire" e di "ragionare", e la fanciulla indifesa rappresenta l'impossibilità di agire e ragionare di fronte a forze minacciose e incontrollabili. Il Romanzo Gotico presenta un'opposizione espressa proprio tramite la figura della fanciulla perseguitata (principio naturale di vita e continuità) e del villain (simbolo di una cultura negativa, di un sistema superato e inaccettabile). L'immancabile vittoria di lei sul villain esorcizza il pericolo e il terrore, rassicurando sulla sostanziale solidità del sistema. Ma il ripresentarsi di questo schema in un gran numero di opere rivela la precarietà di queste conclusioni, inoltre il bisogno di mettere ripetutamente in azione il meccanismo di rassicurazione fa presupporre il continuo rinnovarsi dell'ansietà.

Sublime e società: la teorica del Sublime appare dunque nel momento in cui il panorama limpido dell'Illuminismo comincia ad oscurarsi. L'umanità si trova di fronte all'incognita del futuro ma non ne è pienamente consapevole. L'artista romantico, che solo apparentemente si isola dalla società, diviene in realtà la coscienza di quella società che contemporaneamente ama e disprezza. E' il singolo che rappresenta tutti, la sua esperienza individuale acquista un significato universale, egli è vittima della società poiché l'arte non può più attuarsi nella società ma solo contro di essa. Come sottolinea Argan, il Sublime "resuscita i grandi contenuti ideologici", è "genio", è "energia" in grado di monopolizzare le facoltà della mente, "tensione interna indipendente da ogni controllo razionale", "ignora il termine del progresso e non conosce che gli estremi opposti di rivoluzione e reazione".



 



Renzo Cresti - sito ufficiale