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Libro di Marco Lombardi "Materiali per la composizione musicale"
Da poco è uscito il libro di Marco Lombardi, Materiali per la composizione musicale, Phasar Edizioni, Firenze 2020. Oltre 10 anni fa, Lombardi aveva scritto una raccolta di solfeggi cantati a due voci, ora torna alla didattica con un interessante riflessione sugli eptacordi e altri insiemi sonori. In realtà, il libro ha una funzione didattica ma molto libera, non è un vero manuale né un trattato, scaturisce da ricerche personali del Lombardi compositore, "nell'ambito di particolari modelli di organizzazione delle altezze basate su una visione dell'armonia fortemente orientata a determinare forme di simmetria dello spazio acustico" (pag. 7). Un lavoro analogo, come impostazione, potrebbe essere Harmony Boook, del compositore americano Elliott Carter, stampato a New York nel 2002.

In buona sostanza si tratta di un lavoro analitico su modelli insiemistici rappresentati dagli eptacordi, studiati nella Prima e Seconda parte del volume, e su altri insiemi composti da un numero minore o maggiore di suoni, indagati nella Terza parte.

E' una meticolosa e intelligente riflessione sulla musica post-tonale, basata sull'orientamento teorico e analitico della Pitch-Class Set Theory, dalla quale riprende anche la terminologia.

Moltissimi gli esempi, anzi, ogni pagina è incentrata proprio su schemi esemplificativi. La trattazione procede per gradi e va seguita attentamente. Alla fine si imparano un sacco di cose su come potrebbe essere la struttura interna di composizioni che non esistono, ossia l'analisi non si basa su brani già composti ma su possibilità in fieri.

Si legge nel sito di Lombardi http://marcolombardi.eu «Il suo linguaggio nasce dalla suggestione dei grandi maestri della musica post-seriale (Donatoni, Carter, Ferneyhough, Lachenmann) e si nutre del confronto costante e talora spregiudicato con la tradizione. In un’epoca in cui la musica ha perduto le proprie finalità tradizionali e si ritrova a guardarsi allo specchio e a nutrirsi di se stessa. Da tale finestra Lombardi lascia entrare gli spunti e l’ispirazione privilegiate per la propria creatività e rigida progettazione, in un continuo gioco di rimandi fra passato e presente».

Lombardi ha seguito di corsi di Donatoni all’Accademia Chigiana e ai maestri citati vanno aggiunti Ligeti e Grisey, dai quali Lombardi ha ripreso più di uno spunto, per uscire dall’impasse di una musica che si guarda allo specchio, incapace di oltrepassarlo. Il riprendere stilemi dal passato non può essere la soluzione se non in un’ottica conservativa e restaurativa; il passato deve essere ripensato in maniera spregiudicata, per utilizzare il termine usato da Lombardi, libera e aperta, anticonformista.

Nel mio recente libro Musica presente ho riportato una testimonianza del maestro http://www.renzocresti.com/dettagli.php?quale=9&quale_dettaglio=327

"Su fogli registro i primi appunti utilizzando vari codici: verbale (descrizione con poche parole di cio che sta nascendo o e appena nato), iconico (molto meno di un disegno: qualche linea che si limita a richiamare, ad esempio, la concreta gestualita dello strumentista o il profilo di poche note). Il primo segno riconducibile in qualche modo alla categoria della notazione musicale (indipendentemente dall’aspetto e dalla natura di tale notazione: tradizionale, grafica, aleatoria, d’azione etc.) si riferisce solitamente allo scheletro di eventi ritmici forniti delle rispettive dinamiche. Subito dopo arrivano i numeri. La precisazione di un dato insieme di elementi con le sue possibilita di permutazione, rotazione, trasposizione, inversione, retrogradazione caratterizza questo passaggio. […] Il risultato concreto di tutto ciò è un certo numero di fogli, ciascuno dei quali corrisponde grosso modo ad una specie di ‘scena’ autonoma e che nel caso della presenza di piu strumenti può prevedere una organizzazione dei pentagrammi secondo il principio della particella. Avvicinandosi alle ultime scene (ultime, solo in quanto ‘girate’ dopo le altre e non necessariamente perche tali saranno nell’ordine definitivo) il loro nesso (logico, strutturale, formale, narrativo) si chiarisce sempre meglio. A questo punto l’artigiano ha compiuto una prima parte significativa del proprio lavoro e può ritirarsi a consumare il pranzo lasciando decantare il proprio manufatto" (testimonianza).
 
È proprio la poetica dell’alto artigianato, dove il pensiero della costruzione viene sostanziato dal gesto del fare, che Lombardi ribadisce in un presente troppo preso dall’insopportabile leggerezza dell’essere. Anche il libro Materiali per la costruzione musicale è un libro da grande artigiano, non vi sono riflessioni poetiche o estetiche, ma un approfonditissimo lavoro di cesello artigianale derivato da anni di studio sulla composizione, utilissimo a tutti quei musicisti che vogliono tenere la mente sveglia e approfondire il mestiere e lo studio, soprattutto in epoca dove lavori del genere sono davvero carenti.
 






Renzo Cresti - sito ufficiale