"Ianus", un cd di Alessandro Castelli, trombone & euphonium
Ianus, un cd di Alessandro Castelli, trombone & euphoniumÈ uscito Ianus, un cd di Alessandro Castelli, trombone & euphonium, per la EMA Vinci Records. È un bel lavoro e val la pena darne notizia. Il progetto nasce dal giovane e bravissimo compositore Andrea Benedetti, il quale, insieme all'altrettanto bravissimo Alessandro Castelli, hanno raccolto diverse composizioni per euphonium e trombone. Castelli ha proposto questi brani più volte in concerto e nell'incisione ha voluto mantenere l'energia che scaturisce dalla musica live. Il titolo del cd allude al GIano bifronte, in quanto Castelli si divide fra i due strumenti, fondendoli in una complementarietà unica.
Riprendo le mie Note di copertina, intitolate Un’antologia eccentrica, nuove vie per la musica del presente.
Che la carrellata di brani di questo cd sia originale ed estrosa, lo si intuisce già dal creativo contenitore realizzato da Maurizio Della Nave. Si tratta di un interessante progetto pensato da Andrea Benedetti, per uno strumento insolito come l’euphonium, alternato al trombone tenore, suonati in maniera tecnicamente straordinaria e con grande partecipazione emotiva da Alessandro Castelli. Delle composizioni che seguono potremmo svolgere diverse riflessioni, ma per lo spazio tiranno, siamo costretti a fare solo dei cenni, comunque sufficienti per un primo inquadramento.
Assolo di Natale Arnoldi è articolato su una cellula iniziale dalla quale si articola un discorso ricco di echi e colori; scritto con metrica e dinamica flessibile e mutevole; si tratta di piccoli gesti sonori, che vogliono richiamare momenti intimi, senza farsi notare. Vi è un silenzio che avvolge i suoni, quasi come volesse proteggerli, ponendoli in una solitudine delicata e lontana.
Clita di Stefano Martinotti è un brano breve dal gesto guizzante e dal carattere ironico; fortemente ritmico pare quasi un invito alla danza. Musica scattante e graffiante che mette alla prova l’interprete, qui, come negli altri brani, superata in modo eccellente.
Dietro le quinte di Francesco Celeste è un brano così chiamato perché si realizza una doppia percezione, una diretta e una ‘dietro le quinte’, ottenuta grazie al fatto che i 3 intervalli di quinta, su cui si basa il pezzo, non sono intonati direttamente ma raggirati, con oscillazioni quarti tonali, glissati, flautati etc., in una sorta di inganno percettivo.
Full voice è il brano di Umberto Bombardelli che avrebbe potuto intitolarsi “Invenzione” perché l’elemento inventivo vi gioca un notevole ruolo; è basato su una sequenza di 12 suoni di pura invenzione (non una serie dodecafonica) che contiene tutti gli intervalli musicali, nella loro forma più stretta (dalla seconda minore al tritono). Il brano è costituito dal libero accostamento di figure fondamentali, secondo una drammaturgia immaginaria. Questa sorta di spettacolo sonoro è suddiviso in quattro ‘atti’, separati tra loro da eventi-chiave. L’utilizzo della sordina sovrappone, poi, una suddivisione ternaria a quella quaternaria.
In memoria æterna è un’elegia di Girolamo Deraco, scritta in memoria di Mauro Malatesta, per trombone recitante, Deraco utilizza questa definizione per sottolineare l’andamento declamante e gestuale della musica, realizzando una drammaturgia sonora sinestetica. La prima indicazione in partitura è “rimanendo immobili con il trombone in giù”, che già predispone al raccoglimento. L’utilizzo della voce, abbinata a leggeri e rauchi glissati, come un lamento, accentua il carattere meditativo e disperante.
Incredulæ rosæ è un pezzo di Domenico Turi, evocativo e di una bellezza tenue e nostalgica; intitolato originariamente Sonata, con chiaro riferimento alla sua forma, strutturata come un caleidoscopio di situazioni sonori e gesti.
Narrenshiften fragments di Rossano Pinelli è stato ispirato a La nave dei folli di Sebastian Brant, una nave allo sbando, occupata da uomini miserevoli, descritta musicalmente con glissati che sembrano barriti, rumori, soffi, balbettii, effetti bitonali con voce dell’esecutore, frammenti sonori che raccontano una storia grottesca.
Ritratto 1b è una articolata e scanzonata partitura di Marco Lombardi, dall’andamento libero, una parte è indicata anche ‘con swing’; scatti nervosi e momenti ilari, dal carattere improvvisativo; bel pezzo che richiede grande agilità.
In water di Andrea Benedetti presenta pagine dalla scrittura spazializzata e gestuale, caratterizzata da momenti leggeri e calmi o brutali, in ogni caso le note sono guizzanti e creano un formicolio di suoni che, fra sforzi e lamenti vocali, ogni tanto esplode in scariche liberatorie!
http://www.tubaforum.it/musicisti/AlessandroCastelli.htm