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Serena Berneschi, "La pittrice di suoni, Vita e musica di Carmen McRae"
Serena Berneschi, La pittrice di suoni, Vita e musica di Carmen McRae, 96, Rue de-La-Fontaine Edizioni, Follonica 2020, pp. 349, 15 euro.
 
Ricevo giornalmente cd e libri che costituiscono il mio alimento quotidiano, ascolto e leggo tutto, ovviamente alcune cose mi interessano più di altre ma quelle che attraggono subito la mia attenzione sono i lavori fatti da giovani, come il volume sulla McRae della giovanissima Serena Berneschi, nata a Cecina nel 1994, cantante, compositrice e arrangiatrice, autrice di testi e attrice di musical e teatro. A 19 anni inizia il Triennio in Canto jazz, all’interno di quello straordinario Dipartimento jazzistico fondato e diretto dal grande Mauro Grossi, presso l’ISSM Mascagni di Livorno. La Berneschi proveniva dal pop e al Mascagni le si apre un mondo nuovo che la giovane cantante sa mettere bene a frutto, infatti, nel 2019, vince una borsa di studio al Berklee College of Music di Boston e nello stesso anno pubblica il suo primo EP di composizioni originali, The Painter of Song Project.

Oltre a dimostrare doti compositive e vocali, la Berneschi possiede pure una vocazione da scrittrice come dimostra questo sostanzioso libro, La pittrice di suoni, vita e musica di Carmen McRae, rielaborazione della tesi di laurea in Canto jazz, conseguita nel 2018; da questo lavoro prende vita il citato The Painter of Song Project, nel quale la Berneschi si cimenta come songwriter e lyricist, come lei stessa dice «il progetto nasce dalla volontà di raccontare storie proprio come faceva la McRae, rappresentandole, dipingendole» (pag. 10).

Il volume è suddiviso in quattro parti: La vitaLa musicaWoman TalkLa discografia. La biografia è dettagliata, ben ricostruita, mettendo in risalto come la McRae, tessitura di mezzo soprano, fosse una musicista a 360 gradi, anche pianista e culturalmente preparata, benché fosse sostanzialmente autodidatta, con un’attenzione accurata all’interpretazione del testo e alla sua resa drammaturgica. Nella seconda parte la Berneschi propone un’interessante analisi dello stile interpretativo della McRae: «ispirata primariamente da Billie Holiday, che rimase il suo idolo per il resto della vita, Carmen sviluppò ben presto una cifra stilistica personale e distintiva, caratterizzata da un eccellente senso del timing e da una grande consapevolezza armonica e musicale derivata dagli anni di studio del pianoforte» (pag. 91).

Le qualità vocali e l’uso di figure retoriche sono prese in esame con opportuni riferimenti ai brani dove si possono ascoltare, per esempio, glissati melodici, variazioni dinamiche, cromatismi, colori vocali contrastanti, la dizione, gli intervalli da lei preferiti (come la quinta diminuita), il sob (una sorta di pianto sommesso), il growl (distorsione della voce), il vocal fry (suono lamentoso).

Molte pagine vengono dedicate all’analisi di varie trascrizioni delle sue interpretazioni, sono esegesi che permettono di entrare a fondo e nel merito nello stile della McRae. Le delucidazioni e i commenti sono appropriati e si nota come non siano algide spiegazioni analitiche ma siano sorrette da una forte passione e questo è essenziale per renderle vive.

Nella terza sezione del libro, intitolata Woman Talk, sono riportati estratti di varie interviste, appositamente tradotte, mentre nella quarta vi è uno studio comparato della discografia, suddivisa per decenni, dagli anni Cinquanta ai Novanta, che permette di seguire lo svolgersi dello stile, dalla spensieratezza giovanile alla dolceamara jazz lady, dal repertorio crossover a quello maturo degli anni Ottanta, fino al paragrafo dedicato all’Influenza sui cantanti delle nuove generazioni.

Per chi si avvicina al jazz vi è un glossario dei termini musicali e jazzistici più ricorrenti e pure dei Brevi approfondimenti sulla storia del jazz. Pagine sempre utili ma un po’ in contraddizione col carattere specialistico del testo, infatti, le pagine più preziose sono quelle nelle quali la Berneschi stende le sue riflessioni analitiche, comunque un ripasso alle varie fasi della storia del jazz, dalla sua nascita fino a Paese che vai jazz che trovi: dagli anni ottanta ai giorni nostri, è sempre utile. Chiude il libro la Bibliografia e la Videografia.

Visto che questa è l’opera prima di una giovane studiosa ed è assai ben fatta s’incoraggia la Berneschi a continuare, oltre che la sua bella attività di cantante e compositrice, anche quella di ricercatrice, la musicologia jazzistica non è molto sostanziosa e la giovane autrice avrà senz’altro molto da aggiungere e approfondire.

 

https://www.serenaberneschi.com/



 



Renzo Cresti - sito ufficiale