Cd, Laura Catrani, "Vox in bestia"
Cd, Laura Catrani, Vox in bestia, Stradivarius STR 37207Un aspetto che rende la musica del presente così leggera e volatile è la mancanza di progettualità. Si ascoltano troppi pezzi e pezzettini fine a sé stessi, più o meno ben fatti, ma che non aprono prospettive ed esprimono piccoli sentimenti che non affrontano quasi mai tematiche culturali importanti. Che gioia occuparsi finalmente di un progetto di ampio respiro e profondo come quello di Laura Catrani, Vox in bestia.
Non è il primo grosso progetto a voce sola che la straordinaria cantante elabora, è stato preceduto da Vox in femina, nel quale sono stati riuniti diversi autori di varie epoche, fra cui Luciano Berio, la cui Sequenza per voce è diventato un cavallo di battaglia della Catrani, inoltre, Matteo Franceschini e Alessandro Solbiati che sono presenti anche nel nuovo bellissimo album.
L’idea del lavoro prende forma durante il 2020, in prossimità dell’anniversario della morte di Dante Alighieri. L’idea geniale fu quella di dar vita al bestiario dantesco. Coinvolse nel progetto i citati Franceschini e Solbiati, oltre a Fabrizio De Rossi Re, «Accanto alla loro musica doveva intrecciarsi una linea narrativa di una voce autorevole della letteratura italiana dei nostri giorni, Tiziano Scarpa mi è apparso lo scrittore perfetto», così ci racconta la Catrani nelle Note di copertina, le quali sono assai esaustive, riportando sia i testi sia il commentario.
Il lavoro va in onda su RAI Radio 3, in 15 puntate, nel maggio del 2021. Nella versione concertistica, Scarpa declama suoi commenti e riflessioni ai versi scelti e musicati dai compositori, mentre Peppe Farina interpreta/trasfigura sulla chitarra elettrica musiche del tempo di Dante. Inoltre, Gianluigi Toccafondo ha realizzato suggestivi video di animali danteschi che s’inseriscono fra poesia, canto, parole, gesti, così le trasmissioni radiofoniche diventano spettacolo che avvolge il pubblico.
Gli animali reali e/o simbolici, fantastici e allegorici, costituiscono i punti di partenza per le composizioni dei tre autori prescelti, ognuno dei quali musica cinque testi. A De Rossi Re spetta l’Inferno e i brani sono: Tre fiere – Vermi, vespe, mosche – Storni, gru e colombe – Cerbero – Cagne nere. Franceschini musica parti del Purgatorio: Astor – Botoli – Agnel – Ape – Cicogna. Solbiati si rivolge al Paradiso: Aquila, Colubro – Augello – Agnello – Pellicano. Citando i titoli si capiscono anche gli animali che danno spunto alle composizioni.
De Rossi Re ha un approccio irriverente, per esempio il viaggio all’Inferno inizia con un Bienevenue aux Enfers nello stile del Café chantant. Cosmonauta musicale il suo stile si riconosce per le trasformazioni e per gli attraversamenti di stili e generi anche lontani fra loro. Realizza cinque piccoli capolavori burleschi, divertenti, variegati e ben fatti, dove la canzone della mala si sposa con la vocalità sperimentale, la vocalità operistica con quella jazzistica, in un bestiale caleidoscopio scoppiettante ed esilarante. Irresistibile il primo pezzo, Tre fiere, dal Canto I, e molto interessante anche il commento.
Franceschini, al contrario di De Rossi Re, s’incentra sulla dimensione penitenziale, basando i brani su un’unica idea musicale che viene suggerita dal carattere dell’animale scelto. Assai riusciti tutti i brani, del resto stilisticamente omogenei fra loro, in particolare Li astor, dal Canto VIII del Purgatorio, dove si narra di due angeli che si precipitano contro il serpente; anche I botoli, dal Canto XVI, dove Dante inveisce contro i toscani, è davvero ben fatto.
La scrittura di Solbiati è diventata paradigmatica, del resto è uno dei compositori più importanti di questi ultimi decenni. Anche nella composizione di questi cinque brani si nota la sua mano e il suo pensiero. Procedimenti asciutti, senza fronzoli, onomatopee e tautologie, che vanno diritto alle simbologie, come ne L’aquila, dal Canto I del Paradiso. Bellissimo il brano L’agnello, dal Canto XXIV, incentrato su uno dei simboli più importanti del Cristianesimo. Ma, come pure nel caso dei brani di De Rossi e di Franceschini, tutti hanno la stessa qualità e sensibilità, qui si esprime solo un'attrazione personale.
La voce della Catarni è superba, ricca di inflessioni, di sfumature, di accenti diversi, di declamazioni e di passi impervi. Va notata anche la convinzione e la partecipazione emotiva e culturale che rende ogni passaggio vocale pieno e ricco. Un plauso per l’idea progettuale e complimenti vivissimi per la realizzazione.
https://www.lauracatrani.com/