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Claudio Ambrosini, la gestualità evoca lo spazio
La gestualità strumentale evoca lo spazio teatrale
 


Ho conosciuto Claudio negli anni Ottanta, quando, i pratica ho conosciuto tutti i compositori italiani, grazie ai festival che dirigevo e ai libri che stavo scrivendo. Lui era già un compositore stimato, purtroppo non c'è stata una frequentazione assidua ma la stima non è mai venuta meno.

Claudio Ambrosini di riconoscimenti e premi ne ha avuti molti, basti ricordare il Prix de Rome nel 1985, prima di ricevere quello prestigioso della Biennale di Venezia, il Leone d’oro 2007 consegnato dopo la commissione del Concerto per due pianoforti e orchestra intitolato Plurimo (per Emilio Vedova). Molti davvero sono stati i riconoscimenti e le commissioni che Ambrosiani ha avuto e continua a ricevere, segni di stima per un musicista eccellente e per una carriera prestigiosa. “Carriera” non è forse il termine giusto per un personaggio serio e rigoroso come Ambrosini che mai è venuto meno alla sua personale ricerca, interiore e tecnico-formale. La strada principale percorsa è quella del sondare le possibilità strumentali, comprese le elettroniche, possibilità collegate e che spesso fan tutt’uno con la costruzione formale, col disegno sonoro, con l’aspetto percettivo e psicologico, per questo il suo sperimentare non è mai fine a se stesso ma funzionale alla struttura compositiva e alla comunicazione percettiva. È la sua una sorta di osservazione al microscopio del suono e delle sue possibilità, soprattutto relative alle componenti armoniche del decay, ossia al decadimento del suono nella fase morente quando sta per svanire.
 
Figlio d’arte, Ambrosini da bambino voleva fare lo scultore come il nonno materno Carlo Siffi, ma anche il padre Anton Giulio fu artista e condivise il movimento dello Spazialismo; la musica iniziò a crescere nel giovane Claudio negli anni Sessanta, quando si appassionò agli strumenti antichi ed entrò al Conservatorio della sua Città natale, Venezia (dove nacque nel 1948) dove fondò, nel 1979, l’importante gruppo di musica contemporanea Ex Novo Ensemble e successivamente, nel 1983, il Centro Internazionale per la Ricerca Strumentale e negli anni Settanta e Ottanta fu proprio la ricerca strumentale a incidere sulla sua produzione. Ambrosini ha avuto dunque la possibilità di avere a sua disposizione un laboratorio (soprattutto gli strumentisti dell’Ex Novo Ensemble furono decisivi) nel quale poter verificare concretamente i risultati sonori della propria ricerca che dal gesto passa al suono, risultati che sono stati poi passati al setaccio e riconsiderati in maniera diversa, in una rilettura che ha trasposto gli esiti della ricerca degli anni Settanta e Ottanta dagli strumenti solistici a formazioni più ampie e complesse. Negli anni Novanta e Duemila invece sarà il teatro a conquistare le sue attenzioni, dove i giochi di diversificati piani linguistici e di trattamenti sonori si moltiplicano in un teatro dell’ascolto, per tutti si veda il trittico operistico, scritto in oltre 20 anni, formato  da Big Band Circus, Il Canto della pelle e Il giudizio universale, trittico nel quale viene descritto il percorso della vita in un travaso di situazioni (musicali) che si trasformano continuamente, trittico che segna un passo decisivo verso l’allargamento di orizzonti in direzione teatrale. Non che la ricerca strumentale venga meno, anzi è proprio la forte gestualità che sta alla base di questa ricerca che evoca lo spazio teatrale (senza dire del balletto, Pandora librante, per il quale il gesto ne è l’essenza).
 
Lontano da scuole e circoli di settore, dedito ad una solitaria ed altissima attività compositiva, nel suo lungo percorso di ricerca Ambrosini ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere liriche e radiofoniche (spesso su libretto proprio), oratori e balletti, commissionati da enti italiani e stranieri, e ha partecipato alle principali rassegne internazionali (tra cui il Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, Strasbourg, Stanford, New York, Sidney, e altri). Sue musiche sono state inserite nei programmi dell'IRCAM di Parigi, della Scala di Milano, delle Fondazioni Gulbenkian di Lisbona e Gaudeamus di Amsterdam, del Mozarteum di Salisburgo, della Akademie der Künste di Berlino, di Perspectives du XX siècle di Radio France, etc. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti è senz'altro da ricordare nel 1985 il Prix de Rome, dato per la prima volta ad un musicista non francese. Tra i suoi lavori degli anni Ottanta si ricordano Rondò di forza per pianoforte (1981), De vulgari eloquentia per sei strumenti (1984) e Trobar clus per pianoforte e dieci strumenti (1985); tra quelli degli anni Novanta vanno segnalati la cantata Proverbs of hell per soli, pianoforte, percussione, coro e grande orchestra (1990-1991), commissionata dalla Rai, e la Passione secondo Marco (1999-2000), commissionata dall'Accademia Filarmonica Romana e da Rai Tre in occasione del Giubileo. Nel 2007 ha vinto il Leone d'Oro per la Musica della Biennale di Venezia con Plurimo, concerto per due pianoforti e grande orchestra dedicato a Emilio Vedova, e nel 2008 il premio Music Theatre Now (Berlino) per l'opera Il canto della pelle - Sex Unlimited. La sua opera Il killer di parole (da un soggetto di Daniel Pennac e dell'autore), commissionata dal Teatro La Fenice di Venezia e ivi rappresentata nel dicembre 2010, ha ottenuto il prestigioso Premio Abbiati della critica musicale italiana, ed è stata riallestita in traduzione francese al Teatro dell'Opera di Nancy nel giugno 2012. Le due opere citate fanno parte di un ciclo che ne comprende cinque, iniziato con Il giudizio universale (1996) e proseguito con Big Bang Circus (2000-2002), Il canto della pelle (2005-2006), Il killer di parole (2008-2010) e Apocalypsis cum figuris (2012).

Nel 2008 si è festeggiato i 60 anni di questo straordinario musicista, è un momento significativo per poter fare un primo bilancio di un’attività che, nel caso di Ambrosini, si è svolta con coerenza nel segno di una testimonianza artistica intesa come disciplina scrupolosa ed esigenze espressive, assumendo negli anni quell’autorevolezza che, molto giustamente, gli è stata anche riconosciuta ufficialmente.



 http://www.musica.san.beniculturali.it/web/musica/cron-gen/scheda-periodo-gen?p_p_id=56_INSTANCE_rMx7&articleId=13172&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=10206&viewMode=normal&tag=tag_capitolo_07

 

 

Catalogo delle opere teatrali

  • Orfeo l'ennesimo, opera in 1 atto su testo di Carlo d'Altilia (1984)
  • Doppio concerto grosso per grande orchestra (1987)
  • Il satellite sereno per strumenti e nastro magnetico (1989)
  • Canzoniere ballato, balletto in due atti su testi di Giogio Baffo, Yves Bonnefoy e fonti anonime (1991)
  • Acrobata, su testo di Eduardo Sanguineti, per quattro voci miste (1997)
  • Ostinato rampante per orchestra (1997)
  • Pandora librante balletto su testi di Lucrezio, Anonimo italiano del XIII secolo e Cecco Angiolieri (1997)
  • Ciaccona per pianoforte (1998)
  • Big Bang Circus (Piccola storia dell'Universo), opera in 2 tempi, libretto proprio e di Sandro Cappelletto (2001)
  • Pausa irreale per grande orchestra (2004)
  • Il suono e il suo doppio per violoncello solo (2004)
  • Toccar l'Orfeo (2009)
  • Il Killer di parole (2010) ludodramma in due atti, soggetto di Daniel Pennac e Claudio Ambrosini, libretto e musica di Claudio Ambrosini (per l'allestimento 2010 al Teatro La Fenice di Venezia)
 

http://www.ricordi.it/cms/compositori/a/claudio-ambrosini





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