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Azio Corghi, nuovo teatro
Nuovo teatro
 
 
 
Ho conosciuto Corghi (Ciré, Torino 1937) durante la Rassegna "Compositori a confronto", organizzata dall'Istituto "Peri" di Reggio Emilia, diretto dall'amico Andrea Talmelli . Ho anche assistito ad alcune sue lezioni, dire interessanti è dire banalmente, perché Corghi oltre alla sapienza comunica una carica umana e un pathos vitale ch'è necessario a far vivere la musica. Ho così capito meglio la sua produzione e soprattutto perché è così attratto dal teatro (e perché per il teatro sono le sue cose migliori). Con la musica teatrale può esprimere i caratteri dell'uomo e rendere partecipate le situazioni emotive. Anche per la didattica è fondamentale avere la dote del comunicatore, non è un caso che Corghi sia oggi fra gli insegnanti di composizione più ricercati (un mio ex allievo e amico, Girolamo Deraco, è stato anche suo allievo). Per i suoi 70 anni ho ideato, insieme al M° Raffaele Mascolo, un progetto con l'Istituto "Boccherini". Da quando sono stato eletto Direttore dell'Istituto (1 giugno 2006) cerco di aprire la scuola a esperienze diversificate e di alto profilo, così ho ideato la Rivista dell'Istituto che si chiama "Codice 602" (dal più antico Antifonario custodito nelle Biblioteche di Lucca) e con lo stesso nome è nato un Ensemble modulare che ha iniziato la sua esperienza proprio con concerti monografici dedicati alla musica di Corghi (Festival di Ovada, Teatro Regio di Torino, Auditorium del "Boccherini" Lucca e altro).
 
Fra i pezzi presentati nel concerto lucchese c'era a' nsunnari... (1998) che costituisce un po' la summa delle esperienze della musica da camera di Corghi, dove la ricercata timbrica ha valenze simboliche che si esplicano attraverso la trama narrativa del soprano, intrecciandosi con tematiche popolari, le quali rimandono al tema centrale della poetica di Corghi, ossia al rapporto fra eros e morte. E' indubbio che la ricorrenza dei 70 anni è stata anche un modo per riepilogare il percorso artistico di Corghi, mettendone in risalto la sua vocazione al divertissement, al ludus, e - contemporaneamente - all'eplorazione del destino dell'uomo; un avvenimento che segna il percorso più recente di Corghi è l'incontro con Saramago (1989) dal quale nascono 3 Opere teatrali e altri brani. Oggi la poetica e la scrittura di Corghi è assolutamente personale e lo pongono fra i compositori più interessanti del panorama internazionale.
 
Nasce vicino a Torino nel 1937 e continua a sentirsi piemontese (e non milanese!). E' allievo di Bruno Bettinelli di cui Corghi ha uno spledido ricordo dicendo che gli ha davvero "insegnato il mestiere"; fa parte del Gruppo Musicisti Contemporanei. Insegna al Conservatorio di Milano e, dal 1995, all'Accademia di Santa Cecilia. S'interessa anche di musicologia, realizzando l'edizione critica de L'Italiana in Algeri). Le sue opere vengono trasmesse dalle radio di tutto il mondo ed eseguite in luoghi prestigiosi.
 
Corghi è attratto dalla contaminazione fra i suoni musicali e quelli verbali, fra suoni, gesti e immagini, le sue opere creano spesso atmosfere fantasiose e sognanti, a volte vicine a espressioni popolareggianti. Per queste sue caratteristiche la musica approda, naturalmente, al teatro: il primo lavoro è Tactus del 1974, ma per riconoscere lo stile personale bisogna aspettare Gargantua del 1984, Opera lirica in due atti, su libretto di Frassineti da Rabelais, composizione sotto il segno del grottesco e dello stile eclettico che ingloba frammenti di canti popolari piemontesi, allusioni a Bartok, Stravinskij, Banchieri, Vecchi etc., realizzando una plurisemanticità drammaturgico/musicale assai efficace e funzionale allo stile umoristico. Il lavoro di Corghi si basa su una drammaturgia sorretta da una fusione di livelli stilistici davvero sintetica e ben riuscita, dove la presenza fisica del fare, del corpo, svolge un ruolo sostanziale.
 
Mazapegul (1985) è un balletto per ottetto vocale, su testi di poesie dialettali dell'Emilia Romagna, e per oboe solista, dove i brulichii sonori rimandano allo stile madrigalistico caro a Corghi. Gli spostamenti stilistici con relativa ri-creazione degli stilemi del passato in un progetto nuovo e unitario si confermano nel balletto Un petit train de plaisir (1991) dai Péchés de vieillesse di Rossini, la rivisitazione acquista un aspetto ludico tipico del fare musica di Corghi. L'attraversamento storico è confermato dal brano Fero dolore (1993) che riprende il Pianto della Madonna sopra il Lamento di Arianna di Monteverdi.
 
Negli anni Novanta la sua produzione s'incentra prevalentemente sul teatro musicale, dove atmosfere timbriche avvolgono gli ingranaggi formali, approdando a un'opera sferica, dalle movenze sfaccettate (stilisticamente si passa dai madrigalismi al folklore, dalle citazioni storiche al rigore del costrutto). La voce ha, ovviamente, molta importanza ed è trattata con equilibrio, collegandola al trascolorare dei suoni orchestrali. Base del teatro futuro è Blimunda (1989) Opera lirica in tre atti da Memorial do Convento di Saramago: qui alcuni temi divengono fondamentali, quali il rapporto fra Terra-Corpo e Cielo-Utopia, la realizzazione di una circolarità del tempo che si esplica in una metamorfosi degli elementi musicali e l'arco narrativo che affronta anche tematiche sociali (come anche nel Dramma musicale Divara del 1993, tratto ancora da Saramago e basato sulla storia dell'anabattismo).

Su Blimunda Corghi così si esprime: "Pensare l'arte come manifestazione di un legame tra il corpo dell'uomo e quello della natura. Alla forma rigeneratrice che nasce dal riso di Gargantua di Rabelais succede l'ironia di Saramago, piena di rabbia impotente ma che lascia trapelare una sete di vita che trascende qualsiasi miseria umana. Fra Gargantua e Blimunda ci sono affinità che si basano sul protagonismo del mondo popolare che sta alla base di una scelta riguardante la coralità del mio teatro. /.../ Accogliendo il principio di plurisemanticità della lingua letteraria ho cercato, nel Gargantua, di stare al di sopra dello stile per rivolgere la mia attenzione soprattutto al teatro. Di qui l'accettazione di una molteplicità linguistica che, insieme all'uso di materiali eterogenei, ha contribuito a determianre, fin dalla mia prima opera lirica, sostanziali interferenze fra il piano di ascolto e quello visivo. Al confronto, Blimunda presenta alcune novità strutturali derivanti innanzitutto dall'adozione, a livello testuale, di tecniche narrative differenti. Nella musica il passaggio dal riso all'ironia, dall'opera-oratorio all'opera-dramma si riflette inevitabilmente anche sulle scelte formali complessive." (1)
 
Ispirata a testi di Saramago è pure la Cantata La morte di Lazzaro (1995), la collaborazione prestigiosa col grande scrittore perdura tuttora, come dimostra l'Opera Il dissoluto assoluto (2006) dall'omonimo testo di Saramago. La poetica di Corghi rielabora il passato, rivivendolo in forme musicali nuove e personali, dove al centro vi è spesso il tema del conflitto (musicale, etico, sociale), dell'incontro/scontro fra due mondi. E ancora sono da ricordare i brani Isabella (1996), la "baroccopera" Rinaldo e & (1996) e le due Opere tratte da Cechov Tat'jana (1999) e Sen'ja (2002). Fra la musica strumentale si segnalono: il ciclo Actus (1975-77), Recordari (1970, II° versione 1975), Vioire (1978), Concerto per oboe (1990), ...poudre d'Ophelia! per voce recitante o cantante e orchestra d'archi (2003), ...ite bellu! per voce femminile e archi, 5 motus tratti dal Canzoniere di Pier Paolo Pasolini (2004). Intensa anche la sua attività di revisore (di Rossini e Vivaldi).
 


NOTE
1) Adriano Bassi, Da Gargantua a Blimunda, intervista ad Azio Corghi, in "Civiltà musicale", anno 4 n. 2, Milano 1990, pp. 51 e seg. 
 


Da Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei, a cura di Renzo Cresti, III voll., 10 cd, Pagano, Napoli 1999-2000.



A Girolamo Deraco
 
 
 
 http://www.ricordi.it/cms/compositori/c/azio-corghi







Renzo Cresti - sito ufficiale