Carlo Alessandro Landini, l'in-canto dei possibili
L'in-canto dei possibiliDa Carlo Alessandro Landini (Milano 1954) c'è sempre da imparare, la sua cultura scorre fluida e sincera, come le acque impetuose di un fiume in piena, come le confessioni di un'anima romantica, come i segni sinuosi degli arabeschi barocchi. Insieme abbiamo fatto tante riflessioni e condiviso molti aspetti della contemporaneità, sempre con grande rispetto e affetto: è quella che lui mi dona, un'amicizia che mi ha arricchito come uomo, ancor prima che come musicista e questa è cosa rara (che solo i grandi sanno donare).
Il ricco scrigno della cultura è al servizio della musica.
Dicono gli stanchi e gli affaticati che la musica è fatta di lievi bisbigli, parla piano al nostro animo. Gli irrequieti dicono che l’ascoltano fra canti e valli. Chi lavora nella notte dice che la musica sorge all’alba, da oriente. I viandanti la sentano nelle ore del tramonto. D’inverno la musica arriva con la primavera, balzando di colle in colle, mentre d’estate la si sente frusciare fra le foglie d’autunno. Tutti questi uomini non parlano della musica, ma dei loro bisogni. La musica non corre dietro ai bisogni, piuttosto alle anime infuocate e ai cuori infiammati. Con la musica Landini incanta e infiamma, perché lui, prima, è stato incantato e infiammato dalla musica. La musica di Landini è un estasi (ex-stasi), non-sta nel luogo ordinario, lo trascende. E’ l’incanto che si ascolta nel silenzio interiore. E’ la vita stessa, quando svela il suo vero volto. Attraverso l’opera di Landini si svolge un pensiero ch’è conoscenza, non solo arte e poesia in senso comune, ma pensiero che guarda agli abissi dei possibili.
La vita, come la musica, è la proiezione di un in-canto dei possibili.
La musica dovrebbe farsi viatico intelligibile di comunicazione fra gli uomini, non nell’ingenuo senso romantico che vede la musica come l’arte universale, ma in quello di dar corpo a una forma plastica che accolga in sé, come forma mentis ancor prima che tecnicamente, il senso della molteplicità, il rispetto dell’elemento altro, la con-vivenza con i bisogni di tutti. "L’esigenza di un confronto spassionato" - sottolinea Landini – "la certezza del pluralismo come valore", sono questi aspetti sui quali la musica deve riflettere, pena la sua ulteriore perdita di valore e d’incidenza sociale. La con-vivenza abbisogna di una sorta di lingua comune che faccia chiarezza e piazza pulita delle oscurità e dei fraintendimenti, è per questo che Landini si auspica che sia possibile ripristinare, almeno nelle sue fondamenta essenziali, la smarrita Koiné.
Il pluralismo come valore. Questo è il Postmodern di Landini.
Le sue Sonate pianistiche rappresentano un unicum nell'intero panorama internazionale, dimostrano come si possa scrivere brani lunghi e articolati, tenendoli insieme da collegamenti tecnici più o meno esoterici e, soprattutto da elementi retorici profondamente motivati da esigenze spirituali, Sonate che irridono i tanti pezzettini brevi di cui la musica contemporanea è infestata.
La solidarietà è un valore sempre vivo, questo aspetto riguarda tutti quindi anche i musicisti, infatti uno dei problemi che la musica ha dovuto affrontare in questo secolo è quello che anche il musicista, come uomo e come tecnico, ha vissuto nell’(in)cultura dell’egoismo, vendendo l’opera, a volte anche suo malgrado, come prodotto e utilizzandola spesso a scopi commerciali o di vanità. Uno degli aspetti tecnici che possono essere considerati, come si nota bene nella produzione di Landini, è quello di rimanere lontano dalle mode e dai commerci ricorrendo a un controllo rigoroso del linguaggio e coltivando un saldo senso della forma, mettendo in opera una disciplina che nasce dalle esigenze interiori del vissuto, un rigore che sa però piegarsi alla comunicazione.
La matrice strutturalistica (presente soprattutto nelle opere degli anni Ottanta, come la serie dei brani che compongono i Funf Klavierstuke) viene in Landini finemente decantata e resa immediatamente espressiva grazie a un ordito che respira: si ascoltino le scintillanti particelle che compongono il tappeto sonoro della bellissima Musica da camera, un continuum che simboleggia il flusso della coscienza. C’è dunque, proprio dentro la struttura, un’umana tensione psicologica che rende il rigoroso ordito un flusso di figure musicali che nascono dall’interiorità del loro Autore (il Centro appunto) e all’interiorità dell’ascoltatore vogliono appellarsi (un buon esempio è Intermezzo per tre flauti).
Non ci si lasci ingannare dai titoli (tipo Fantasia cromatica e Fuga oppure Tema e variazioni) e dalle indicazioni dei movimenti (i tradizionali Allegro, allegretto, Presto etc.) che rimandano a schemi neo-classici, in Landini lo schema viene però utilizzato come specchio, come doppio, come un guardarsi e un guardare e un essere guardato, la forma è, al tempo stesso, passato e presente, una sorta di Giano bifronte.
La forma è anche un contenitore che permette i giochi linguistici, la poetica del gioco è assai cara a Landini e molti suoi pezzi si configurano come dei veri e propri esercizi di stile, nel senso di Queneau, ma attenzione, l'esercizio non è fine a se stesso nel suo svolgersi coinvolge idee e umori, contaminazioni e memorie inconsapevoli, sotto il segno di un piacere privato che poi tanto 'privato' non è in quanto il divertissement riguarda comunque il testo e il contesto e il gioco, come ben sapeva Stravinskij, non è solo una questione di regole e di eccezioni ma rimanda sempre ai soggetti che lo giocono, alla loro bravura, alla loro intelligenza, al loro metodo, alla loro partecipazione, al loro stare o non stare al gioco, al qui e ora del gioco e alle prospettive future, gioco dunque pure come riferimento (più o meno indiretto) alle regole sociali e del vivere collettivo.
Da segnalare due bellissimi cd, il primo del 2007 che raccoglie la musica per orchestra, fra cui lo straordinario Midrash Temurah, edizioni Tactus 951201; il secondo cd presenta musica da camera ed è intitolato, non a caso, Exercises in Style, edizioni Sinfonica scd-015 www.sinfonica.com Si tratta di due cd che forniscono bene il percorso e la poetica di questa intelligente e sensibilissimo compositore. Sull'ultimo cd e sulla Quinta sonata vedi Recensioni.
«Landini è uno dei maestri che meglio sanno sfruttare, nella sua ricerca di sintesi linguistica e formale, l’infinito bagaglio di tecniche e stili che la Storia mette a disposizione. La produzione di Landini è un ottimo e autorevole esempio di dialettica fra tradizione e contemporaneità, nella quale i due termini sono complementari e si esaltano a vicenda, creando un unicum concreto che, al tempo stesso, ha radici ben piantate in terra e si innalza verso il cielo ».
Renzo Cresti
«Mr. Landini is one of the artists who know how to better seize, in their research of linguistic and formal synthesis, the infinite knowledge of techniques and styles provided by History. Mr. Landini’s production is an excellent and authoritative example of debate between tradition and contemporary times, in which both terms complement and praise one another, giving birth to a concrete unicum that is deeply grounded while reaching for the sky».
Renzo Cresti
«Carlo-Alessandro Landini est l’un des maîtres sachant le mieux exploiter, dans sa recherche de synthèse linguistique et formelle, l’infini bagage de techniques et de styles qu’offre l’histoire. La production de Landini est un exemple excellent et compétent de dialectique entre tradition et contemporanéité, où les deux termes se voient complémentaires et s’exaltent l’un l’autre, créant un unicum concret qui a des racines bien plantées dans la terre et dans le même temps s’élève vers le ciel».
Renzo Cresti
http://www.amadeusonline.net/news/2015/una-sonata-da-primato
https://en.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alessandro_Landini