"Spiral svelata", un saggio di Lorenzo Squilloni sulla composizione di Stockhausen
Spiral svelata, un saggio di Lorenzo Squilloni sulla composizione di StockhausenSpiral (1969), è un pezzo per un solista e radio a onde corte che venne pensato inizialmente da Karlheinz Stockhausen per chitarra sola su richiesta del chitarrista americano Michael Lorimer. In un’intervista per il “Fronimo” Eduardo Fernàndez Lorimer rivela che, a causa del disinteresse del compositore tedesco di scrivere musica per un singolo strumento, la composizione venne ri-pensata ed elaborata per solista, senza specificare il tipo di strumento musicale da utilizzare[1].
Questa composizione viene inserita da Stockhausen nella serie di opere risalenti agli anni ‘60 definite composizioni di processo[2], insieme alle tre composizioni Kurzwellen (1968) per sei esecutori con radio a onde corte ed elettronica, Pole (1969/1970) per 2 esecutori con radio a onde corte e proiezionista del suono ed Expo für 3 (1969/1970) per 3 esecutori con radio a onde corte e proiezionista del suono.
Spiral viene eseguita per la prima volta il 15 maggio 1969 al Muzicki Biennale di Zagabria, con l’oboista Heinz Holliger, ed è ricordata per essere una delle tante composizioni di Stockhausen eseguite alla fiera mondiale EXPO 70 ad Osaka, in un particolare auditorium sferico costruito per l’occasione[3] nel quale venne introdotto il “rotation mill”[4]: un dispositivo con un ingresso e 10 uscite, usato per la spazializzazione del suono, creando, con un’apposita manovella, movimenti circolari ascendenti e discendenti e dove vennero collegati lo strumento musicale o la voce insieme alla radio.
Come si evince dal titolo della partitura è ammesso qualsiasi strumento musicale acustico, elettrico o elettronico, poiché, dovendo imitare le suggestioni sonore provenienti dalla radio ad onde corte, l’esecutore può usufruire di ulteriore strumentazione, che può gestire da sé, per la trasformazione del suono. Inoltre, è possibile usare effetti di modulazione del suono (chorus, ring modulator, delay) e looper, elementi per la “preparazione” dello strumento (intesa come nel pianoforte preparato di Cage) o utilizzare software per il live electronics (Max/Msp, Pure Data o Ableton Live).
La partitura di Spiral si presenta come gruppi di simboli denominati “eventi” separati da linee verticali lineari, intese come linee di separazione di battuta o ondulate, usate per definire la fine o l’inizio di quella che Stockhausen definisce “esibizione” (identificabili come pause o corone), dando la possibilità all’esecutore di fermarsi e iniziare una nuova “esibizione” utilizzando il materiale dell’ultimo evento[5], creando così un continuo musicale riconducibile alla forma geometrica della spirale.
La prima azione che l’esecutore dovrà fare è la ricerca di una frequenza sulla radio a onde corte da imitare con lo strumento. Durante l’esecuzione del brano lo strumentista può cambiare la frequenza della radio mentre sta suonando lo strumento. Gli eventi non dovranno per forza essere sempre accompagnati dalla radio ma potranno essere eseguiti solo con lo strumento e con il ricevitore di onde radio in sottofondo ad un volume minore o completamente spento.
Il primo evento non è stato inserito in partitura da Stockhausen; infatti, la prima serie di simboli che troviamo scritta si riferisce al secondo evento. Il compositore tedesco indica che il primo evento dovrà obbligatoriamente essere eseguito con radio e strumento insieme, senza alcuna direttiva riguardo espressione, dinamica, intervalli, etc.
Dal secondo evento in poi l’esecutore può scegliere quali eventi eseguire con radio e strumento e quali con il solo strumento, rimanendo fedele alle indicazioni di Stockhausen e alla decifrazione dei simboli.
I simboli caratterizzanti Spiral e le altre composizioni di processo sono i segni matematici “+”, “-” e “=” che nella partitura hanno il compito di indicare all’esecutore l’uso di più, meno o uguale, distanza intervallare, espressione, dinamica e segmenti (per segmenti si intende un raggruppamento più o meno consistente di note).
Il simbolo che caratterizza e diversifica Spiral dalle altre composizioni di processo è lo Spiral-Sign che Stockhausen spiega così:
«Ripeti l’evento precedente più volte, ogni volta trasponendolo in tutti i parametri e trascendilo oltre i limiti della tecnica esecutiva che hai usato fino a questo punto e poi oltre i limiti del tuo strumento».[6]
Decifrando tutti i simboli della partitura veniamo a conoscenza dello scopo del musicista esecutore, ovvero l’imitazione dei suoni provenienti dalla radio e la ripetizione di eventi preparati in precedenza (grazie al lavoro di traduzione dello score) e suonati con lo strumento, trasformando e trascendendo ogni volta queste azioni in altre azioni nuove, non preparate e attuando una sorta di improvvisazione, che possiamo ricondurre alla free improvisation (nata durante gli anni 60) e a certi esperimenti di John Cage di casualità (ricordiamo che John Cage compose Imaginary Landscape No.4 per 24 esecutori, 12 radio ed un direttore nel 1951). Inoltre, l’azione di trascendenza degli eventi può ricondurre a un’idea mistica derivante dall’interesse di Stockhausen verso le più varie religioni e filosofie spirituali che si riflettono in molte sue opere.
Alcuni dei restanti simboli sono una derivazione dei segni matematici sopra descritti come che indica un distanziamento intervallare o comee che si riferiscono al raggruppamento di segmenti, mentre simboli come indicano la ripetizione dell’evento precedente.
L’insieme di tutti i simboli della partitura di Spiral fanno pensare la composizione come un processo creativo in continua evoluzione, aperto ai cambiamenti più sostanziali che derivano da fattori esterni come l’interazione con la radio ad onde corte e da fattori interni alla composizione stessa come i simboli di trasformazione degli eventi, nei quali la creatività e la personalità dell’interprete giocano un ruolo fondamentale[7].
[1] E. Fernàndez, Interview with Michael Lorimer, “Il Fronimo”, Ottobre 2009 nr.148.
[2] La musica processuale è una musica che nasce da un processo che può essere udibile dall’ascoltatore o nascosto all’orecchio (cfr. Process music in Wikipedia).
[3] K. Stockhausen, Spiral (score), Universal Edition, Wien 1973.
[4] Ossia oil mulino a rotazione.
[5] K. Stockhausen, Spiral (score), Universal Edition, Wien 1973.
[6] Ibidem.
[7] S. Sorrentino, La chitarra elettrica nella musica da concerto. La storia, gli autori, i capolavori, Arcana, Roma 2019 p. 95.