home
I miei libri e le mie amicizie
I miei libri e saggi



Non so da dove mi provenga l'amore per la scrittura, se la passione per la musica posso ricollegarla, in parte, all'ambiente famigliare (entrambi i nonni suonavano in Banda, mio padre conosceva la musica, alcuni amici sapevano suonare uno strumento), l'interesse viscerale per la scrittura è un qualcosa che mi ha preso senza un'apparente ragione, forse un dono naturale, infatti, già alla scuola media l'insegnante di italiano mi prendeva ad esempio, forse le molte letture. Devo a questa sensibilità per la scrittura l'aver scansato il pericolo più grande facendo poi il "musicologo" ossia ricorrere al cosiddetto linguaggio "scientifico" che altro non è che l'utilizzazione del gergo, delle specificità terminologiche del settore, che consentono messaggi cifrati per gli addetti ai lavori e tengono fuori tutti gli altri, spesso anche con superbia.

Ho iniziato scrivendo quando ero studente all'Università di Bologna, il mio primo saggio importante fu Un'opera per tutti e per nessuno, riflessioni sulla musica contemporanea, pubblicato sulla "Nuova Rivista Musicale Italiana" nel 1977, avevo 24 anni. In quel periodo Fiamma Nicolodi mi chiamò all'"Antologia Viesseux" per tenere le recensioni librarie sulla musica nella pagine della prestigiosa Antologia; recensii per diversi anni decine di libri. Fui chiamato anche dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per la stesura di diversi programmi di sala. Un altro importante saggio lo scrissi per la Rivista del DAMS Musica, "Ricerche Musicali", s'intitolava Berlioz e Liszt guidano Wagner, uscì nel 1979, in quel periodo facevo l'Esecitatore per Luigi Rognoni.

Con amici fiorentini fondammo la Rivista "Prisma", eravamo tutti molto giovani ma determinati a portare avanti progetti culturali, attorno alla Rivista vi furono diverse iniziative, fra cui concerti che organizzai io.

Dalle mie due tesi di laurea, la prima al DAMS su Gli scritti di Wagner, la seconda al corso di perfezionamento in Musicologia su Il rapporto fra Wagner e Nietzsche, derivò il libro Wagner oggi stampato dalla Zanibon di Padova, la seconda edizione porta la prestigiosa Prefazione di Lugi Rognoni. Com'è risaputo il mio interesse per Wagner non diminuì e mi portò alla stesura della monumentale monografia del 2012.

Nei corsi universitari avevo conosciuto personalità importanti come lo stesso Rognoni, di cui ero diventato amico, Franco Donatoni, Aldo Clementi, Diego Bertocchi e Mario Bortolotto. Con Donatoni iniziai un lavoro sulla sua musica che, dopo un paio di anni, prese la forma del primo libro monografico scritto su di lui. Anche con Clementi i rapporti umani e professionali erano buoni, infatti, finito il libro su Donatoni iniziai a lavorare sulla musica e sulla poetica del Maestro siciliano, anche su di lui scrissi la prima monografia in assoluto, entrambe furono edite dalla Suvini Zerboni di Milano.

Dal primo all'ultimo numero ho collaborato con la Rivista "Piano Time", scrivendo soprattutto saggi e interviste su argomenti e personalità del mondo della contemporanea ma anche molte recensioni di libri e di compact-disc. Fu un'esperienza lunga e istruttiva.

Dopo le supplenze nei Conservatori di Ferrara e di Venezia, ero diventato, nel 1982, docente di Storia della musica presso l'Istituto "Boccherini" di Lucca, l'esperienza didattica mi portò a pensare a un nuovo libro di Storia della musica che venne pubblicato, in due volumi, dalla Dick Peerson di Napoli, col titolo Per una nuova storia della musica (era il 1986); il libro è stato fortunato e sfortunato al contempo perché è molto utilizzato ancora oggi ma ha dovuto cambiare diverse Case editrici, infatti, venne ripreso da Eximia Forma di Roma, in tre volumi (con un bellissimo cofanetto e copertine dipente da Mauro Corbani), da De Bono di Firenze in un volume unico, col titolo Civiltà musicali, e, infine, dalle Edizioni Feeria in versione ipertestuale, l'ultima edizione con il titolo La vita della Musica.

In questo periodo collaboravo con molte Riviste a di carattere socio-culturale, come "Il Grandevetro" (su cui terrò per 15 anni una rubrica fissa) ed "Erba d'Arno" (sulla quale scrivo ancora oggi) sia a carattere musicale come "Octandre" e "Sonus", più avanti, all'inizio degli anni Novanta, Nella Anfuso (con la quale avevo collaborato in alcuni Convegni) mi chiese di dirigere, insieme a Donata Bertoldi, una nuova Rivista, a carattere prevalentemente musicologico sulla vocalità e sull'interpretazione, dal 1991 al 1993 venne pubblicato "Il Pasquino Musicale", una Rivista che portava anche un cd. Ovviamente io mi interessai agli aspetti legati alla musica più recente, mentre Bertoldi e Anfuso si dedicarono alla musica barocca. 

Nel 1990 uscì il mio famigerato libro Verso il 2000, famigerato perché fu visto come un attacco feroce verso i cosiddetti neo-romantici, in realtà si tratta di 100 schede sugli allora giovani compositori, risultato degli studi e delle frequentazioni avute negli anni precedenti. La grande informazione che avevo sui compositori italiani mi consentì, pochi anni dopo, di curare un'antologia intitolata Autoanalisi dei Compositori Italiani Contemporanei e successivamente l'imponente operazione dell'Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei, entrambe edite da Pagano di Napoli. Soprattutto l'Enciclopedia fu un lavoro enorme, in tre volumi e 10 compact-disc, lavoro ancora oggi indispensabile per chiunque voglia avere una chiara panoramica sul mondo della composizione italiana della nostra epoca.

Guido Miano, editore in Milano, mi affidò la direzione della Collana Linguaggi della musica contemporanea, vi lavorai in maniera continuativa e indefessa per una diecina di anni, uscirono una quindicina di volumi che, assieme a quelli pubblicati a Napoli, formano un corpus importante relativo agli autori italiani d'oggi. Fra i musicisti a cui sono dedicate monografie importanti, ci sono quelle su Castiglioni, Gaslini, Margola, Zangelmi e Chailly. La conoscenza, anche personale, della musica e di queste personalità, mutò in parte la mia visione della poetica e dell'estetica musicale, legata fino agli anni Ottanta soprattutto alle figure di Donatoni e Clementi.

Le continue letture di letteratura e filosofia stimolarono il connaturato amore per la scrittura, mi decisi a prendere la penna e lasciarla andare, senza riferirsi a un oggetto preciso, andare là dove la scrittura mi indicava. Scrissi il mio primo romanzo, Nella notte, la fiamma (1995), poi qualche racconto, fra cui Andare che fu premiato al Concorso Domenico Rea di Empoli (1996), infine, un secondo romanzo, La terra che canta (1999) che arrivò in finale al Premio Pisa del 2000. Quest'ultimo romanzo, con Prefazione di Andrea Spini e Postfazione di Alberto Pozzolini, ha una bella copertina e un'altrettanto suggestiva quarta di copertina con foto di Elsa Mezzano. Successivamente scrissi il racconto lungo Leggermente si curva la luce e, fra le altre cose, resoconti di viaggi pubblicati sulla Rivista "Il Grandevetro" e libretti d'opera, fra cui quello de Il Gallo rosso musicato da Gabriella Cecchi.

Sulla Rivista "Il Grandevetro", in particolare, ma anche su altre testate ho scritto articoli a carattere sociologico, politico, di costume o resoconti di viaggi.

Altro mio amore è la pittura e fortunatamente ho molti amici pittori, tutti quelli che girano attorno alla Rivista "Il Grandevetro" che, in ogni numero, pubblica artisti assai interessanti e organizza Mostre di pittura, fra tutti Romano Masoni, Simonetta Melani e Antonio Bobò. L'amicizia con Mauro Corbani risale a quando ero Direttore artistico del Festival di musica contemporanea di Certaldo. Ho seguito passo passo il percorso artistico di Mauro, scrivendo sulle sue straordinarie incisioni e poi sui quadri. Antonio Romiti, autore del mio ex libris, lo conobbi poco dopo, sempre a Certaldo e su di lui scrissi un Catalogo, insieme a Donata Bertoldi. A La Spezia conobbi Cimino (padre di Lorenzo), Andolcetti e Manfredi. A Lucca, presentati da Chiara, ebbi l'opportunità di divenire amico di David Finkbeiner e Do Konig, anche su di loro stesi le note di presentazione di una bella Mostra lucchese. Giuseppe Spiniello lo conobbi quando realizzai il volume L'arte innocente, naif pittore di Avellino con tocchi di genialità. A Lucca ho conosciuto Beppe Del Debbio sul quale ho recentemente scritto per una Mostra al Real Collegio. Tutti personaggi dai quali ho imparato molto sui (f)atti dell'arte (vedi immagini).

Carlo Pedini è straodinario pittore, dimostra nella pittura quelle doti di naturalezza del tratto che ha anche la sua musica. In un certo senso è pittore anche Nicola Cisternino, non a caso allievo di Sylvano Bussotti. Ma molti altri compositori hanno un amore per la pittura, come Alessandro Solbiati, Elisabetta Brusa, Arduino Gottardo etc. Quante belle conversazioni con tutti loro!

Con gli amici Leoni, Molino e Possio stesi il Manifesto Musica 1994, pubblicato da Rugginenti, una riflessione collettiva sulla situazione della composizione a metà degli anni Novanta. Molte le presentazioni orali o in programmi di sala di concerti e molte le Note di copertina in compact-disc e le Prefazioni a libri.

All'inizio del nuovo millennio videro la luce una serie di libri importanti, come il citato L'Arte innocente, con cdrom e immagini di Spiniello, volume che analizza i compositori Cesa, Coral, Mencherini, Pernaiachi, Cisternino, Putignano e Cresta. Con Cesa e Cresta collaborai per diversi anni alla Rassegna di musica contemporanea di Avellino e con Coral a quella di Trieste (anche recentemente, dopo la sua triste scomparsa, ho scritto su di lui nei volumi editi da "Chomas").

Un volume che svolge diverse riflessioni su alcuni concetti di base ma spesso disattesi, come quello di linguaggio in musica o come il concetto di estetica che si contrae in etica, è I linguaggi delle arti e della musica - L'e(ste)tica della bellezza. Vi è un'analisi dei rapporti fra i compositori e la letteratura e ben 64 testimonianze di compositori.

Un libro analogo come impostazione ossia mio lungo saggio più interviste è Fare musica oggi, un volume che raccoglie una riconsiderazione sulle cose importanti della composizione, in un intreccio di motivi che partono dal secondo dopoguerra del secolo scorso fino all'oggi. Il libro inaugura la Collana musicale per Marco Del Bucchia editore che mi affidò la direzione per l'uscita di 7 libri. 

Essendo nato a Firenze conosco assai bene la situazione della musica nel capoluogo toscano, ho conosciuto molti dei protagonisti, scrissi una monografia su Carlo Prosperi (uscì poco dopo la sua morte), successivamente, dopo aver scritto vari saggi su quasi tutti i compositori fiorentini delle varie generazioni, realizzai un lavoro enorme, esaustivo sulla musica contemporanea a Firenze nel secondo Novecento, insieme a Eleonora Negri. Firenze e la musica italiana del secondo Novecento prese la Segnalazione d'onore al Premio Firenze 2005. E' un lavoro davvero indispensabile per chiunque si interessi non solo di Firenze ma dell'intera situazione della musica italiana.

Nel 2006, per i 70 anni di Gaetano Giani Luporini, scrissi la prima monografia assoluta su di lui, un lavoro che comprende, per la prima volta, alcune poesie del Maestro e alcuni suoi quadri.

Con i volumi L'Arte innocente, I linguaggi delle arti e della musica, Fare musica oggi e Firenze e la musica italiana del secondo Novecento e la monografia su Giani Luporini conclusi un lungo periodo dedicato pressoché esclusivamente alla musica del nostro tempo, per riprendere alcune tematiche e autori storici, ma ora sto già ritornando alla musica dell'oggi.

Su Puccini avevo scritto a metà degli anni Novanta un piccolo ma fortunato libro per le Edizioni dell'Erba di Fucecchio, nella Collana I Grandi Toscani, il libro fu poi tradotto da Chiara Calabrese per le edizioni Pacini Fazzi di Lucca, con il titolo Giacomo Puccini, Lucca and its Musicians. Il mio interesse per Puccini lo consideravo concluso, ma nel 2008, in concomitanza dei 150 anni dalla nascita del Maestro, l'amico Toni delle edizioni dell'Erba mi chiese di riprendere e ampliare il vecchio testo, all'inizio non fui molto interessato poi mi venne l'idea di collegare Puccini ad alcune tematiche del Postmoderno, idea vincente perché il libro ha avuto un certa fortuna editoriale, è stato perfino tradotto in giapponese. Nel volume, ben curato, vi è anche una sostanziona English Version curato da Chiara.

In quegli anni ero Direttore dell'Istituto "Boccherini" e, per quanto riguarda l'attività critica e musicologica, ideavo la Rivista "Codice 602" e dei Quaderni di approfondimento (ne uscirono uno su Puccini, uno su Catalani, uno su Roberto Zucchi). Continuavo a scrivere articoli su varie Riviste, soprattutto con la mia rubrica fissa sulla Rivista "FaLaUt".

Esce la sesta edizione della mia storia della musica, con il titolo La Vita della Musica; viene pubblicato anche il secondo libro su Franco Calabrese, diverso dal primo che conteneva diverse testimonianze e l'elenco delle opere eseguite dal grande basso, questo nuovo lavoro è un racconto della sua straordinaria carriera (il libro fu sollecitato dal ritrovamento di una cassa di documenti).

Da anni ero in commissione del Concorso di composizione e arrangiamento jazzistico di Barga Jazz, per alcuni anni ne fui anche il Presidente, questo mi consentì di avere un'informazione approfondita sulla storia di questo prestigioso Concorso e del Festival concertistico, così scrissi il libro Barga Jazz, che raccoglie, anno per anno, tutte le notizie sui vincitori del Concorso e sui musicisti presenti alle varie Rassegne. Dall'agosto del 2012 sono stato nominato, dalla Provincia di Lucca, quale Direttore artistico del progetto della Comunità Europeo "Sonata di Mare" basato prevalentemente sulla musica jazz. Non mi dispiace questo ritorno alla grande del jazz nei miei interessi, ritorna anche il vecchio Festival Anfiteatro Jazz, di cui curerò le nuove edizioni (la prima dal 25 al 29 giugno 2013, 5 serate di grande jazz italiano).

I miei interessi su Wagner risalgono ai tempi universitari, ripresi poi in anni recenti, questo lungo periodo in cui mi sono documentato e letto pressoché tutto quello uscito in Italia (ma anche diversi libri in inglese e francese) nonché ascoltato molte interpretazioni nuove ha scaturito il volume di 735 pagine Richard Wagner, la poetica del puro umano, subito tradotto in inglese (su questo sito puoi trovare tutto sul libro).






Renzo Cresti - sito ufficiale