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La mia vita fra i giganti
Una delle grandi fortune che ho avuto dalla vita è stata quella di conoscere personalità eccezionali
una vita trascorsa fra i giganti della musica, dell'arte e del pensiero.



La mia vita fra i giganti
Autobiografia sintetica di Renzo Cresti
 
Nasco a Firenze il 2 febbraio 1953 e nel capoluogo toscano vivo fino al 1985, quando mi sposto in un casale (ex convento del XVII secolo) ristrutturato sulle colline di san Casciano in Val di Pesa, nel cuore del Chianti, terre di origine di mio padre e dove abita tuttora mia cugina Marcella che per me, soprattutto dopo la morte dei miei genitori, è una sorta di sorella.
 
Da bimbetto e da ragazzo trascorro le estati in parte nel Chianti e in parte a Piangipane, un paesino in provincia di Ravenna, dove amici di famiglia erano contadini in un enorme fattoria e dove imparo ad amare visceralmente natura e animali, di entrambi ancora oggi non posso farne a meno.
 
Inizio a studiare musica in maniera privata, all’età di circa 10 anni, con il chitarrista Fernando Scarselli. Entrambi i nonni suonavano in Banda, il nonno materno in quella di Scandicci e quello paterno in quella di Mercatale in val di Pesa (allora anche i piccoli paesi avevano una Banda). L’amore per le Bande non mi abbandonerà mai, infatti, lavorerò a diversi progetti (soprattiutto con le Filarmoniche di Santa Maria a Monte, Bientina e San Gennaro), anche assieme al caro amico Giampaolo Lazzeri; questa passione mi porterà a scrivere due volumi sulle Bande nella Provincia di Lucca (Testimonianze di civiltà, PubliEd, Lucca 2006).
  
Mio padre Oreste conosceva un po’ la musica e in casa c’erano dei dischi di musica romantica e di opera lirica, soprattutto Verdi e Puccini, ricordo che il primo disco che comprai da ragazzino furono i poemi sinfonici di Liszt, Mazzeppa e I Preludi, sarà per questo che a Liszt e alla musica del suo periodo storico sono sempre rimasto legato; ma ciò che mi attraeva di più era la musica giovanile degli anni Sessanta.

Studio chitarra elettrica e basso elettrico e faccio parte, dai 15 ai 20 anni, come bassista, di alcuni gruppi, fra cui I Sogni, complesso che per alcuni anni, fra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, risulta ai primi posti nella classifica dei migliori gruppi musicali toscani. Forte la mia amicizia con il chitarrista Claudio Baldi. Amo i Rolling Stones dei quali seguo l’intero percorso musicale, ancora oggi. Per me le musiche non vanno inquadrate in un’idealistica scala di valori ma hanno tutte pari dignità se sono fatte con qualità e con partecipazione. Ciò che differenza i cosiddetti ‘generi’ è la loro funzione.
  
Faccio l’esame di ammissione al Conservatorio fiorentino per entrare al corso di chitarra di Alvaro Company (che diverrà caro amico), sono idoneo ma non ci sono posti disponibili, quindi vengo dirottato alla classe di contrabbasso di Brandi. Conclusi gli studi superiori mi iscrivo al DAMS di Bologna, dove inizio uno studio ‘matto e disperatissimo’. Lascio il Conservatorio e il complesso I Sogni si scioglie, mi concentro sugli studi universitari, anche a seguito della prematura morte di mio padre, avvenuta nell’aprile del 1971.
  
All’Università di Bologna divento amico di Luigi Rognoni, allora direttore del DAMS musica, mi vorrà come Esercitatore nella sua classe di Storia della musica per alcuni anni; frequento Rognoni nella sua casa di Milano e in quella al mare a Linguiglietta. Da Rognoni, imparo che la musica e l’arte tutta non è solo un passatempo, un momento ludico o un soprammobile per salotti borghesi, ma è ben altro e molto di più perché è in grado di sondare le profondità dell’essere e far capire la società e la civiltà che circonda l’uomo. Considero Luigi il mio unico e grandissimo Maestro, Capitano o mio Capitano.
  
Al DAMS seguo anche Diego Bertocchi, docente di Drammaturgia musicale, alla sua prematura morte curerò il libro Wagneriana, con scritti di Bertocchi su Wagner, è il primo libro da me curato all’età di 26 anni (volume edito dal Centro Musicale Fiorentino, Firenze 1979). Per alcuni anni frequento casa Bertocchi e vengo a conoscenza dei dipinti straordinari della zia di Diego, Lea Colliva.

Seguo con passione le lezioni di Mario Bortolotto, di cui apprezzo la tagliente intelligenza e la sconfinata cultura, un po’ meno il carattere spigoloso; un’affermazione di Bortolotto che “Cresti è stato il migliore studente del DAMS di quegli anni” mi rende orgoglioso. Da allora ogni libro di Mario è per me un’epifania.

I libri che ho scirtto su Franco Donatoni e Aldo Clementi appartengono al mio più profondo vissuto, non solo musicale, capisco da Donatoni come la musica sia inscindibile dalla fisiologia, dallo stato di salute e dalla psiche ("La biografia degli artisti dovrebbero scriverla i loro medici", diceva Nietzsche); la musica fu per Franco un’autoanalisi. Da Clementi assimilo lo stupefacente artigianato, grazie a lui entro nei segreti del contrappunto e del tempo musicale. Su entrambi scriverò le prime monografie assolute.

Stringo affettuosa amicizia con Emanuela Sarni e con Alberto Cristani, con i quali sono ancora in fratellanza. Gli anni bolognesi mi aprono un mondo che a Firenze avevo solo intravisto. Durante gli studi universitari pubblico, sulla prestigiosa “Nuova Rivista Musicale Italiana”, il mio primo saggio importante, Un’opera per tutti e per nessuno (1977), avevo 24 anni.

La tesi di laurea è incentrata sugli scritti di Wagner, poco conosciuti ancora oggi, di cui studio la genesi e il rapporto con la storia e il pensiero del tempo, questo lavoro, elaborato, entrerà a far parte del libro Richard Wagner, la poetica del puro umano (2012). Sulla rivista del DAMS “Ricerche musicali” pubblico il saggio Berlioz e Liszt guidano Wagner (1981).

Mi iscrivo al corso superiore post-laurea di Musicologia, sempre a Bologna, e concludo il biennio con la seconda tesi incentrata sul rapporto di Wagner con Nietzsche, da questa tesi deriva in parte il mio primo libro Wagner oggi, Padova 1982, seconda edizione 1983, con Prefazione di Luigi Rognoni, il quale mi fa partecipare a un Convegno a Vienna..

Al corso di perfezionamento incontro Donata Bertoldi, che sposerò nel 1986. Lei veniva da Vicenza e io da Firenze, Bologna era il nostro punto di ritrovo fino a quando Donata non si trasferì con me a Firenze e poi nelle case sulle colline fiorentine, prima a san Casciano e poi a Ginestra fiorentina. Gli anni Ottanta sono trascorsi in grande sintonia e ancora oggi è per me una persona importante.
 
A Firenze sono attivo come organizzatore e scrittore, infatti, nel 1976 fondo il Centro Musicale Fiorentino e collaboro alla nascita della Rivista “Prisma”, scrivendo numerosi articoli su problematiche culturali. Al Centro organizzo concerti, corsi di chitarra e seminari, oltre a stampare due numeri di un bollettino assai importante in quanto contengono la prima traduzione italiana del famigerato scritto di Wagner Moderno e articoli di personalità illustri come Mario Messinis, Diego Bertocchi, Giulio Cogni e delle care amiche Emanuela Sarni e Marie Josè Manzini, con quest'ultima vi era una complicità rimasta viva ancora oggi.

Dal 1977 frequento i corsi sull’Ars Nova di Certaldo, divento amico dell’allora assessore Andrea Spini, il quale, qualche anno dopo, mi darà l’incarico di dirigere un festival internazionale sulla musica contemporanea. Conosco, fra gli altri, Daniele Fusi e Nicoletta Guidobaldi.

Alla fine degli anni Settanta lavoro, quale bibliotecario, nelle biblioteche dei Conservatori di Venezia e di Ferrara; nella città lagunare conosco e frequento Mario Messinis, che mi ospita e con il quale ho interessanti chiacchierate (e diverse 'ombre'); conosco anche Luigi Nono (presentatomi proprio da Messinis).

Scrivo sulla prestigiosa "Antologia del Gabinetto Vieussuex” (sulla quale recensisco un centinaio di libri), ricordo con piacere Fiamma Nicolodi che prese me, giovanissimo, per affidarmi importanti recensioni su una rivista celebrata come l’“Antologia Vieusseux”.

Parto per il militare, al ritorno muore mia madre, siamo nel 1981. È un periodo difficile, perché soffro ancora della morte del padre, ne esco comunque bene sia grazie al mio carattere forte sia ai miei amati studi sia grazie alla presenza affettuosa di alcune amiche e amici, fra cui Nicoletta Guidobaldi, Giorgio Mandalis, Marie Josè Manzini e soprattutto Donata Bertoldi.
 
Nel 1982 vinco il concorso per la docenza di Storia della Musica presso l’Istituto musicale “Luigi Boccherini” di Lucca, ora Istituto Superiore di Studi Musicali. Ho fatto parte del Consiglio di Direzione e dal 1986 ho organizzato gli Incontri culturali. Ne sono stato il Direttore (dal giugno 2006 all'ottobre 2009) e attualmente tengo, oltre ai vari corsi di Storia, pure il corso di Storia del jazz. Alcuni miei ex allievi sono diventati amici carissimi, fra cui Remo Pieri, Maurizio Arena, Elena Mazzoni, Katia Lucchesi, Stefano Giannotti, Guido Masini, Michela Ragghianti, Marco Fagioli, Silvio Bernardi. Attorno all’Istituto girano musicisti con i quali instauro una duratura amicizia, come Giorgio Lazzarini, Giulio D’Agnello e altri.
Non conoscevo Lucca, come tutti i fiorentini da Lucca ci passavo per andare al mare e all’epoca del mio inizio scolastico la città era davvero dormiente, bella ma un po’ decadente e con gli abitanti chiusi in una mentalità provinciale e tipicamente bottegaia; fra gli anni Ottanta e Novanta s’è un po’ svegliata e negli ultimi tempi è diventata finalmente una città più ricca di iniziative, con una buona qualità di vita. Ho uno studio vicino alla torre Guinigi, ma abito nella splendida collina in zona Pieve santo Stefano da cui guardo da lontano i traffici cittadini.

Lucca è una città dove si fa molta musica, è però spesso la solita musica e di livello non sempre alto. Vi è, come in tutte le piccole cittadine, la tipica chiusura provinciale che fa credere a chi vi abita e che poche altre conoscenze ha al di fuori della cerchia delle mura, di essere al centro del mondo, ma è solo viaggiando molto, conoscendo realtà diverse e persone di culture differenti che si riesce a relativizzare l’ambiente dove si vive (vedi la terza intervista nella Sezione Attività di Renzo Cresti).
 
All’inizio degli anni Ottanta, vengo nominato Direttore artistico di Festival internazionali di musica contemporanea, come “Luglio musica” di Certaldo, qui dirigo anche i Corsi di didattica della musica contemporanea (1982-85). A Certaldo passano pressoché tutti quelli che si chiamavano ‘giovani compositori’ e che in quegli anni giovani lo erano davvero, nascono amicizie durature e qualche schezio critico (soprattutto con i neo-romantici); chiamo a tenere dei corsi strumentali gli amici ‘fiorentini’, da Giancarlo Cardini a Liliana Poli, da Ciro Scarponi a Roberto Fabbriciani. Oltre a essere in relazione con tanti musicisti, visito spesso la bottega d’arte del pittore e incisore Mauro Corbani, inizio con lui ha interessarmi in maniera sempre più viscerale alla pittura, una passione che si acuisce negli anni, specie grazie ai contatti avuti con gli artisti che giravano attorno a Romano Masoni e a Simonetta Melani della rivista “Il Grandevetro”. La mia casa è piena dei lavori di Mauro sia incisioni (negli anni Ottanta ha fatto dei veri capolavori) sia pitture. Scrivo per i Cataloghi di David Finkbeiner e di Do Konig, di Puccinelli e di Romiti che, per ringraziarmi, realizza il bel ex libris. Recentemente curo il Catalogo di Beppe Del Debbio.
 
Contemporaneamente sono Direttore artistico, insieme ad Aldo Brizzi, anche del Festival “Proposte musicali” di Acqui Terme. Ricordo una straordinaria tavola rotonda, con una trentina di compositori, molto utile a sviscerare le allora problematiche della composizione. Fra i tanti concerti e incontri, voglio ricordare l’allestimento di una grande Mostra itinerante La musica, le idee, le cose, che conteneva molti manoscritti e partiture di musica contemporanea (gran parte provenienti dal mio sostanzioso archivio). In quegli anni collaboro pure con “Antidogma Musica” di Torino.
 
In questo periodo conosco pressoché tutti i compositori italiani, ne studio le partiture, gli scritti, le poetiche e con molti di loro divengo amico. Su questi amici compositori ho scritto, su tutti, saggi e articoli, grazie a loro ho approfondito i meandri delle forme e delle tecniche, delle strutture e degli stili, i meccanismi mentali che stanno dietro all’operare artistico e le ossessioni espressive.

Il povero Fernando Mencherini riporta la mia mente agli anni della nascita dell’importante rassegna “Nuova Musica” di Macerata che ho seguito con passione nei primi anni, presentando spesso tutti i concerti, una piccola ma intelligente rassegna nata grazie all’attività internazionale di Stefano Scodanibbio, anche lui caro amico lui scomparso troppo presto. A Macerata ho conosciuto, fra gli altri, Salvatore Sciarrino. Ricordo con grande piacere e ancora vivo interesse i concerti all’abazia di Fiastra e poi al teatro Lauro Rossi. E rammento le storiche bevute con Fernando ‘Al pozzo’, locale al centro di Macerata, e le cene faraoniche con Estrada, Scodanibbio, Leli, Scarponi (altra morte prematura) e altri.

Ancora oggi cerco di sostenere l’opera degli amici scomparsi, come il far parte della Giuria del concorso di interpretazione dedicato a Mencherini (così ben organizzato, fra mille difficoltà, dal figlio Gastone), come il partecipare agli incontri e concerti di “Chromas”, la creatura associativa di Giampaolo Coral (presieduta da Adriano Martinolli D’Arcy e sostenuta, nel nome di Giampaolo, dalla di lui moglie Monika Verzal).

Nel 1982 esce, per le edizioni Suvini Zerboni, la prima monografia mondiale Franco Donatoni, volume che viene presentato un po’ in tutta Italia, risultato di una frequentazione che parte dai corsi universitari e che continua negli anni successivi con numerosi incontri, durante i quali ho la grande fortuna di divenire suo amico e anche di Maria Isabella De Carli, compagna di Franco e splendida pianista. Oltre al libro ho scritto molto su Donatoni perché, al di là delle stupefacenti doti di compositore, il suo percorso umano mi coinvolgeva profondamente e perché la sua forza psichica caricava di energia vitale la sua musica.
  
Dopo i festival internazionali di musica contemporanea di Certaldo e di Acqui Terme, vengo nominato Direttore artistico e didattico di rassegne musicali per conto di diversi Comuni: San Casciano in Val di Pesa (Fi) e Santa Maria a Monte (Pi), nei quali presento, durante la seconda metà degli anni Ottanta, progetti di concerti collegati con le scuole. Dirigo anche i concerti nella splendida cornice della chiesetta di san Pietro a Portovenere; divengo amico di Gabriella Cecchi e Ugo Donato, di Lorenzo Cimino e Nicola Mei, con i quali fondo, come Direttore artistico, l'associazione "Musica Futura" (Presidente Piero Luigi Zangelmi) di La Spezia, molto attiva a cavalla degli anni '80-'90. Negli anni Novanta vbengo nominato Direttore artistico della Stagione concertistica di Follonica (Gr).

A La Spezia, con l’Ensemble Scelsi e con Gabriella Cecchi realizziamo diverse stagioni concertistiche, alcune decentrate anche a Portovenere e in altri luoghi della Liguria e della Toscana. Gli amici Lorenzo Cimino e Nicola Mei erano infaticabili strumentisti e organizzatori. Per la Cecchi stesi un libretto, Il Gallo rosso, opera da camera che venne realizzata nel 1995 in diverse città (La Spezia, Firenze, Lucca etc., ripresa nel 2012 al teatro Nieri di Ponte a Moriano).

Oltre a essere un periodo di gran lavoro per le varie direzioni artistiche, scrivo anche molto, infatti, collaboro stabilmente con numerose Riviste musicali, fra cui “Piano Time”, forse durante gli anni Ottanta e inizio Novanta, la rivista musicale generalista più importante del panorama italiano.

Scrivo molti articoli sulla rivista dell’amico Daniele Lombardi, “1985 La Musica”. Collaboro anche a “Sonus” (rivista sulla quale ho scritto pressoché in tutti i numeri), inoltre “Musica e dossier”, “Konsequenz”.
Scrivo pure per molte altre riviste, anche straniere, come la francese C.I.R.E.M., (partecipo a un Convegno a Tours), faccio parte della Direzione della rivista “Musica Attuale”, per la quale curo numerosi Quaderni monografici su aspetti della musica del Novecento. Collaboro anche con siti musicali in internet (come “Orfeo nella rete” etc.).

Miei articoli sono stati tradotti, fin dagli anni Ottanta, in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, poi anche in giapponese.

Oltre alle riviste musicali, molte sono quelle culturali a cui ho collaborato, come “Angeli e Poeti”, “La linea dell'occhio”, “Luna nuova”, “Il martello”, “La Ballata” etc. In particolare sono legato, anche affettivamente, alla rivista “Erba d’Arno” dell’amico Aldemaro Toni, sulla quale ho scritto molti saggi, partecipando spesso alle iniziative organizzate nel paese di Montanelli.

Dal 1988 sono titolare della Rubrica I fatti della Musica su “Il Grandevetro” (Rivista per la quale organizzo numerose iniziative musicali). Divengo fraterno amico di Sergio Pannocchia, infaticabile organizzatore. Termino di collaborare alla rivista ai primi anni del Duemila.
 
Fra gli anni Ottanta e Novanta, a Firenze, faccio parte anche del “G.A.M.O.” (per il quale ho curato anche Corsi didattici di perfezionamento) e il “G.I.M.C.”. Nell’ambiente fiorentino ho modo di conoscere tutti i compositori importanti con i quali stringere amicizia. Nel 2006, per i 70 anni di Gaetano Giani Luporini, scrivo su di lui una monografia (LIM Antiqua, Lucca 2006)
 
Firenze è la mia città, ne ho assimilato il carattere e continuo ad ammirarne la bellezza che ancora oggi mi stupisce. L’ho vissuta a fondo in gioventù, fino ai 18 anni, poi ho frequentato molto Bologna negli anni universitari, quindi, durante gli anni Ottanta, ho girato come una trottola per molte città seguendo i miei impegni, in particolare Milano, Alessandria, Torino, Venezia, Padova, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Vicenza, Macerata, Roma, Napoli, Lecce, Messina etc., Vienna, Lucerna, Tours etc. Dalla metà degli anni Novanta abito sempre più spesso a Lucca, dal 1994 al 1998 impegnato al teatro del Giglio, oltre che all’Istituto “Boccherini”, infine, mi stabilisco sulle colline di Pieve santo Stefano per cui il rapporto con Firenze inevitabilmente si allenta, ma si attenua anche perché, come molte città medio-grandi, la qualità della vita si abbassa e la cultura musicale si modella su una globalizzazione più utile al commercio che alla qualità della musica.

Scrivo la prima monografia internazionale su Aldo Clementi, Suvini Zerboni, Milano 1990. Dopo quello su Donatoni, un altro studio che approfondisce, per la prima volta a livello monografico, la poetica e la musica di un grandissimo compositore, forse il maggiore esperto, direi di tutta la storia della musica, dei meccanismi canonici. Anche lui, come Donatoni, legato al pensiero negativo ma che, a differenza di Donatoni, non lo ha vissuto sulla propria pelle, a nervi scoperti, anzi, pur nella convinzione di una progressiva morte dell’arte nel conformismo, Aldo è stato una dolce e fin timida persona, buon giocatore di scacchi (come Cage) che mi vanto di aver battuto! Battuto solo a scacchi perché batterlo in musica era impossibile!
            
La frequentazione prima con Donatoni poi con Clementi, insieme ai molti studi sugli allora ‘giovani compositori’, mi porta ad approfondire forme, tecniche e stili della cosiddetta musica contemporanea, di cui Clementi e Donatoni sono fra i più importanti rappresentanti. Un approfondimento ulteriore avviene con la successiva monografia Niccolò Castiglioni, con il quale inauguro la Collana editoriale di Guido Miano “Il cammeo blu”, dedicata ai linguaggi della musica contemporanea. Non ho mai conosciuto una persona così pura e ingenua, genuina e innocente, dotata di una musicalità assolutamente stupefacente. Mentre le sedute di studio con Donatoni e Clementi erano basate sui processi compositivi, sulla ratio della scrittura, sulla forza che la scrittura stessa esprime, e su come l’atto compositivo e il gesto fossero correlati alle esigenze psichiche e poetiche, gli incontri con Castiglioni si basavano sul suscitare un’empatia fra la musica analizzata e noi, sulla capacità di Niccolò di suscitare meraviglia in me, una capacità travolgente perché lui era stato il primo ad essere stato avvolto dallo stupore dei suoni.

La scomparsa progressiva di questi Giganti, prima Castiglioni, poi Donatoni e quindi Clementi, è stata per me dolorosa, anche in considerazione del fatto che i giovani poco o nulla conoscono della loro musica, del loro pensiero, della loro personalità, non ne hanno le opportunità. Ai miei corsi di Biennio al Conservatorio mi rendo conto del buio che avvolge i giovani musicisti sul periodo del secondo Novecento, faccio sempre corsi su quella fase storica ma è una goccia nel mare magnum dell'ignoranza.Tutto è diventato una melassa dove regna non la ricerca dell’essere e dell’esserci ma la piacevolezza, non l’affondo così caro ad Adorno, ma la seduzione del sound leggero.
 
Dal 1991 al 2000 sono responsabile della Collana "I linguaggi della musica contemporanea" di Miano editore in Milano, nella quale pubblico una nutrita serie di saggi (più di 50) in 16 libri antologici e monografici, sugli autori e sulla musica del nostro tempo (collaborando anche ad altri progetti editoriali, come la Storia della letteratura italiana del Novecento in 3 voll.).

La Collana mi dà l’opportunità di avvicinare in maniera profonda la musica di tanti compositori, fra cui quelle di Franco Margola e Luciano Chailly, ma soprattuto è per me importante la conoscenza e l’amicizia con Giorgio Gaslini, con il quale ho stretto una simpatica amicizia, sorretta dal suo turgido entusiasmo. Gli scritti che ho fatto su di lui mi hanno permesso di indagare il rapporto fra musica colta e musica jazz, seguendo l’apertura a 360 gradi della mente e del cuore di Giorgio, per il quale non esistono generi e steccati. Il jazz è nato bastardo, è una musica eclettica che spazia nel tempo e nello spazio, anticipando molti tratti dello stile postmoderno. Il musicista Jazz è molto più disinvolto di quello classico, non solo sa improvvisare quando lo strumentista classico se non ha davanti lo spartito non produce una nota! Ma ha una forma mentis aperta e quindi un modus operandi più libero che sa bene comunicare le emozioni, in maniera più diretta e meno filtrata di quello che avviene per la musica classica.
 
Un musicista che ho la fortuna di frequentare nella sua casa milanese è Bruno Bettinelli, già anziano quando l’ho conosciuto, tormentato da dolori alle gambe; gran signore, gran didatta, gran contrappuntista, per lui la musica non era una questione di tecniche ma una creazione di senso. Silvia Bianchera gli è stata amorevolmente vicino e anche di lei ne ho apprezzato la sensibilità musicale.
  
Bettinelli, Rognoni, Bortolotto, Donatoni, Clementi, Castiglioni, Bussotti, Chailly, Coral, io nanerottolo in mezzo ai Giganti, ma anche tutti gli altri grandi musicisti citati e i più giovani sono stati i miei primi straordinari compagni di viaggio, ospiti segreti nella mia mente e nel mio cuore, che mi hanno guidato in questa affascinante avventura di conoscere la musica e la vita.

Sono anni dedicati in modo pressoché esclusivo alla musica contemporanea, di cui rimango, fra gli studiosi della mia generazione, un alfiere quasi isolato, ahimè! Fra i tanti contributi dedicati alla musica d’oggi vanno almeno citati: la prima antologia italiana sui giovani compositori, intitolata Verso il 2000 (Pisa 1990), che tanto rumore causò alla sua pubblicazione per la critica severa ai neo-romantici, e una raccolta di scritti dei Maestri italiani, dal titolo Autoanalisi dei compositori italiani contemporanei (Napoli 1992, con cd).
  
Nella mia follia di investigare l’intero panorama della musica di allora, mi metto a curare l’Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei, III voll., 10 cd, unico lavoro del genere in Italia (Pagano, Napoli 1999-2000), lavoro che mi occupa tre anni di studio fra biografie, partiture, ascolti, dichiarazioni di estetiche e di poetiche… un impegno severo che mi dà comunque grande soddisfazione perché le mille copie dei tre volumi con cd vengono esaurite, io non mi arricchisco di denari ma molto di cultura viva.

Sempre per ciò che riguarda la contemporaneità mi impegno a creare una sorta di sindacato dei compositori e sono fra i soci fondatori della Federazione Compositori Italiani, insieme ad Arduino Gottardo e a Piero Luigi Zangelmi. Poi portata avanti, per alcuni anni, da Matteo Segafreddo.

Incontro Goffredo Petrassi, prima a La Verna, dove l’amico Carlo Alberto Neri organizza dei corsi di perfezionamento, poi a Roma, si parla della possibilità di una mia monografia su di lui. Credo che non essere riuscito a realizzarla, non certo per scarsità di interesse ma per mancanza di tempo, sia il mio più grande dispiacere professionale.

La responsabilità didattica mi porta a lavorare, insieme a Donata Bertoldi, su progetto di una Nuova Storia della musica che vede la luce per le edizioni Dick Person di Napoli (1986), il lavoro, in due volumi, va bene e si esauriscono le copie. Grazie all’entusiasmo di Carmelo Piccolo viene ripreso, aggiornato ed elaborato in tre volumi, con un contenitore bellissimo dipinto da Mauro Corbani. Due altre edizioni compaiono ridotte in un solo volume. Anche queste si esauriscono e s’impone una nuova operazione, il testo viene rivisto in modalità ipertestuale, dagli amici delle edizioni Feeria, col titolo di Ipertesto di Storia della Musica (2004), bel lavoro fatto da Alessandro Andreini. L’enorme carico di lavoro che richiede il progettare e il realizzare una storia della musica viene compensato dal ‘successo’ di queste edizioni, infatti, una sesta edizione vede la luce nel 2008, ancora impostata in chiave ipertestuale e ancora edita da Feeria, con il titolo La vita della musica. Sul mio rapporto di stima e di affetto nei confronti dei cari amici che compongono la Comunità di san Leolino - Alessandro Andreini, Bernardo e Lorenzo Artusi, Bruno e Giovanni Meucci, Enrico Maria Vannoni e, su tutti, il fraterno amico Carmelo Mezzasalma – molte sono state le testimonianze, sono grato a tutti loro che costantemente mi hanno insegnato come conciliare cultura, civiltà, spiritualità, fra esodo e avvento.

Mezzasalma è stato prima direttore della rivista “Hellas”, sulla quale ho scritto un lungo articolo sui casi della musica contemporanea, poi ha chiuso la rivista e ha aperto “Feeria” sulla quale molti sono stati i miei contributi (gli amici di “Feeria” mi hanno dedicato, nel 2001, un libro, Il cuore del suono, che raccoglie tutti i miei saggi scritti per la Rivista). Diverse anche le recensioni sui miei libri.
 
Fra le occupazioni non dedicate alla musica d’oggi, è da segnalare il Convegno su Vincenzo Galilei, organizzato nella sua città natale Santa Maria a Monte (Pi). Di questo convegno escono gli Atti, curati da me e da Donata Bertoldi. Sono gli anni in cui collaboro anche con Il Centro Rinascimento Musicale di Artimino, diretto da Nella Anfuso, insieme alla quale e a Donata ci avventuriamo nella della Gazzetta discografica “Il Pasquino Musicale”, con cd abbinati, rivista che dura dal 1991 al 1993. Un'esperienza breve ma molto istruttiva non solo musicalmente ma anche su come va il mondo (della distribuzione delle cose di musica).
 
Dalla metà degli anni Novanta entro a far parte del Comitato scientifico dell’Università dell’età libera di Lucca. Si tratta di una bella comunità di persone – fra i 60 e gli 80 anni – che non hanno voglia di addormentarsi culturalmente e che ogni anno, dall’inizio di ottobre a tutto maggio, per due volte alla settimana si ritrovano a parlare di cultura con esperti di materie umanistiche o scientifiche, con ascolti musicali, visite guidate a luoghi artistici, proiezioni cinematografiche (fatte con perizia e partecipazione dall’amico Gianni Quilici) e molto altro, dimostrando un’affezione straordinaria. La sua prima presidente, Nella Rugani, è stata per me e per Chiara un cara presenza.
 
A metà degli anni Novanta entro in contatto, grazie a Chiara, con l’Università d Cincinnati, con la quale collaborerò, soprattutto durante il quadriennio della mia presenza al teatro del Giglio, 1994-98.
 
Chiara stava facendo una tesi sul Minimalismo all'Università di Pisa, suo padre, mio collega insegnante di Arte scenica al 'Boccherini' di Lucca, gli consiglia di venire a parlare con me, visto che la tesi riguarda anche la musica, così, nel 1986, ci conosciamo, poi ci perdiamo di vista perché lei trascorre tre anni a Cardiff, come lettrice di italiano. Ci rincontriamo nell'aprile del 1995, la invito a un concerto che stavo organizzando per il teatro del Giglio, poi alla première de Il Gallo rosso a La Spezia, da allora inizia la nostra profonda e dolce storia d'amore. Nell'agosto del 1998 compriamo la bella casa in pietra, con splendido giardino, a Pieve santo Stefano, da cui si ha una splendida vista su Lucca, lì abitiamo alternandoci con qualche giorno trascorso in città, nel mio studio o nella casa di famiglia di Chiara. Il 10 maggio 2008 ci sposiamo, con tenera felicità.

Chiara taduce un mio scritto su Puccini, ne esce fuori un piccolo e grazioso libro Giacomo Puccini, Lucca and its Musicians (Lucca 1998). Chiara farà anche la English Version del mio successivo volume su Puccini e il Postmoderno, fortunato libro che l’amico Aldemaro Toni pubblicherà con le sue Edizioni dell’Erba, Fucecchio 2006. Di Puccini, ho curato anche l’epistolario con Adami, per conto di Pagano editore in Napoli, Giacomo Puccini, Lettere e rime (1999). Il libro su Puccini, riveduto e diversamente articolato, è stato tradotto in giapponese (PubliEd, Lucca 2010).

Nello stesso periodo scrivo un libro Franco Calabrese, un artista vero (Lucca 1997), raccolgo molte preziose testimonianze di chi lo ha conosciuto e Chiara mi aiuta a compilare la cronologia delle opere da lui interpretate, la discografia e le opere in video. Ne viene fuori un bel libro con foto di scena. Nel 2001, dopo che Chiara ritrova dei materiali relativi alla straordinaria carriera di suo babbo, esce un altro libro, Franco Calabrese nel teatro lirico italiano del Novecento.
 
Per 4 anni, dal 1995 al ‘98, sono Consulente musicale del Teatro del Giglio di Lucca, ideando, fra l'altro, il Festival internazionale “Anfiteatro Jazz”. L’esperienza al teatro del Giglio segue molte altre in associazioni, l’idea portante era quella di aprire il teatro in tutti i sensi sia nel repertorio sia uscendo nelle piazze cittadine, fu la prima esperienza a Lucca di musica all’aperto. Fui ben coadiuvato dal direttore amministrativo Walter Lencioni, col quale mi vedo sempre molto volentieri.

Gli anni d'inizio secolo sono anni che mi vedono molto impegnato, come al solito, nella scrittura, faccio alcune cose importanti, esce - proprio nel 2000 - la citata 'Enciclopedia Italiana del Compositori Contemporneai, 3 volumi e 10 compact disc che mi richiedono un duro lavoro. Rivedo in versione ipertestuale (2004) la mia Storia della Musica (ora giunta alla sesta edizione con il titolo La Vita della Musica). Esce un mio libro su Puccini, anche in inglese e giapponese. Ricevo il premio Città di Firenze (2004) per il libro su Firenze e la musica del secondo Novecento. Realizzo anche un lavoro approfondito sulla musica contemporanea intolato L'Arte innocente. Sempre su tematiche contemporanee scrivo altri due volumi, Linguaggi della musica e delle arti, l'e(ste)tica della bellezza, con 64 contributi di altrettanti compositori; quindi Fare musica oggi, con molti altri compositori, 24, che vengono intervistati.

Alla prossima per il seguito...

Nel giugno 2006 fino all'ottobre 2009 vengo nominato Direttore dell'Istituto Superiore di alta formazione musicale "Boccherini" di Lucca... gli anni recenti scoprili navigando fra le varie sezioni di questo sito...
Buona navigazione!
Che la mia stessa sia Chiara
quando andrò verso la notte

    English Version
     
    Renzo Cresti is a noted musicologist, author of 40 books listed in the National Library of the Ministry of Cultural Heritage (the most important of these being his studies on contemporary music), he is very active in the cultural world and he is a permanent teacher of the history of Music at the Conservatory in Lucca.
     
    He was born in Florence in 1953. He studied guitar and double bass at the Conservatory there and then went on to the University of Bologna where he took a degree in art, music and theatre. He thereafter did post-graduate studies, writing two theses on Wagner which later formed the basis of his book Wagner oggi , Padua 1983, 2nd edition with a preface of Luigi Rognoni.
     
    In the seventies he founded the Florence Music Centre and the magazine Prisma to which he contributed several articles on cultural questions. He also had a variety of experiences playing guitar and double bass. He has been a member of a number of music societies, including the G.A.M.O. in Florence and is presently Artistic Director of the Musica Futura Society in La Spezia and Chairman of the G.I.M.C. Dallapiccola in Florence. He has organised and continues to organise international musical events and festivals. It was he who conceived the Anfiteatro Jazz season in Lucca where he also revived the illustrious Jazz Circle . He has worked with several universities, some of them outside Italy, grand opera companies, traditional theatres, music conservatories, colleges, international music associations, cultural organisations, the Biennale in Venice, the Chigiana in Siena, Italian public TV and so on.
     
    He was music consultant for the Teatro del Giglio in Lucca for four years from 1995 to 1998, was one of the founder members of the Italian Composers' Federation, is presently on the science committee of the adult study centre in Lucca (L'Università dell'età libera) and has organised exhibitions and congresses. In addition he is in great demand as a speaker at conferences and works with Directors of Studies for in-service teacher training.
     
    He has been a regular contributor to numerous periodicals such as Piano Time , La Musica and Antologia del Gabinetto Viesseux . Since 1988 he has written a column in Il Grandevetro , called “I fatti della Musica”, and another in the monthly publication Luna Nuova , called “I suoni della Luna”. He writes regularly for the magazines Erba d'Arno and Feeria and the latter is presently publishing a collection of his articles that appeared in this magazine. He was a member of the editorial board of the magazine Musica Attuale for which he edited a number of Quaderni monographs on aspects of music in the 20th century. He also edited the Gazzetta record catalogue, Il Pasquino Musicale , from 1991 to 1993. His articles have been translated into English, French, German and Spanish.
     
    He has published more than thirty books including textbooks such as La Vita della Musica and numerous books on different composers including the above mentioned Wagner oggi, Giacomo Puccini, l'intimismo fatto spettacolo (Fucecchio 1995, translated into English, Lucca 1998) and Vincenzo Galilei (Santa Maria a Monte 1985). Recently he edited a volume about the singer Franco Calabrese (Lucca 1997).
     
    He specialises in the 20th century and has written monographs on Margola, Prosperi, Chailly, Donatoni, Clementi, Castiglioni, Gaslini and others. Since 1991 he has been director of the Miano list called “Il Cammeo Blu” in which he published a powerful series of essays on contemporary composers an music. Included in his many contributions to today's music are the first Italian anthology of young musicians, Verso il 2000 (Pisa 1990) and a collection of writings entitled Autoanalisi dei compositori italiani contemporanei (Naples 1992). He also edited the Enciclopedia italiana dei compositori del Novecento , two volumes and eight CDs (Naples 1999).
     
    In addition to his teaching, organising musical events and writing about music, Renzo Cresti is interested in the figurative arts and edits several catalogues and works written about contemporary artists (Corbani, Romiti, Finkebeiner, Do and so on). He is deeply interested in philosophy and literature and has written some poetry, two librettos (set to music by Gottardo, Deraco and Cecchi) and several pieces of travel writing (which appeared in Il Grandevetro and Feeria). Cresti is director of the European Project Sonata di Mare.
     
    His love of writing has led him to break away from specific themes and to allow himself to go where his pen and his heart take him. It was in this way that his first novel, Nella notte, la fiamma (Empoli 1995), and his long story, Un mondo a parte (published in the magazine Pietraserena ) came to be written. In 1996 he was amongst the prize winners in the Domenico Rea Competition in Empoli, with his short story Andare. The well known Milan publishers, Jaca Book, published his second novel, La Terra che canta, in 1999.
     
     



Renzo Cresti - sito ufficiale